Giocattoli: autoconsumo e commercio
Il Museo dell'arte e civiltà contadina di Andreis e il Museo della vita contadina di Cjase Cocél di Fagagna conservano collezioni di giocattoli per bambini tra loro piuttosto diversi per utilizzo, valore e per modalità di produzione.
I giochi di Andreis erano il frutto del lavoro di artigiani locali: si tratta principalmente di giochi in legno intagliati con estrema perizia da padri e nonni durante le lunghe giornate invernali, assieme ad altri utensili che venivano poi venduti in pianura nella bella stagione (molto interessanti anche due bambole confezionate con scarti di tela dalle donne di famiglia). Questi giochi non venivano commercializzati: erano invece un graditissimo passatempo per figli e nipoti.
I giochi presenti presso il Museo di Fagagna sono databili precisamente all’inizio del Novecento. La loro produzione fu il risultato dell’iniziativa imprenditoriale di Cora di Brazzà, che si procurò alcuni modelli di pupazzi ed animaletti di pezza utilizzati in alcune manifatture tedesche, che furono fondamentali per la creazione del locale “laboratorio giocattoli”. Gli oggetti qui prodotti, di pregevole fattura, non erano certo destinati al consumo locale, ma potevano essere acquistati solamente da famiglie che godevano di una certa agiatezza economica.
La ditta fagagnese ebbe un notevole sviluppo ma cessò la sua attività in circostanze drammatiche: lo stabilimento fu saccheggiato nei giorni immediatamente successivi alla rotta di Caporetto. Non ci fu il modo di riprendere la produzione del dopoguerra.