I disegni di Ascanio di Brazzà ai Civici Musei di Udine
La biografia di Ascanio Savorgnan di Brazzà (1793-1877), artista e padre del noto esploratore Pietro, si fonda essenzialmente sulle notizie riportate da Alfredo Lazzarini e Giovanni Del Puppo nel volume Castelli Friulani (1903) e su pochi altri contributi più recenti. Tra questi, uno dei più importanti è il catalogo Pietro Savorgnan di Brazzà esploratore friulano (1982), poiché contiene dieci degli 89 disegni di collezione privata relativi al tour di Ascanio dai Balcani all’Egitto compiuto nel 1834.
Ebbene, ulteriori precisazioni biografiche sull’artista si possono ricavare grazie a un secondo corpus di disegni – quasi interamente inedito – conservato ai Civici Musei di Udine, ivi pervenuto a seguito di una donazione, nel 1955, da parte della contessa Olga Schiling, vedova di Ascanio Savorgnan di Brazzà (omonimo discendente del nostro). Diversi fogli di questa raccolta, piuttosto eterogenea per cronologia e per varietà di soggetti (animali, rovine di un tempio, alberi, rocce, parchi di ville nobiliari, vedute cittadine) contengono infatti iscrizioni che consentono di ricostruire alcuni degli spostamenti di Ascanio negli anni precedenti il tour “esotico”.
Grazie a un gruppo di sette fogli, ad esempio, sappiamo che tra il dicembre 1819 e il giugno 1820 l’artista soggiornò in Sicilia, tra il Messinese e il Catanese. Un’altra tappa del medesimo viaggio potrebbe essere stata Belmonte Calabro, celebre per le peculiari conformazioni rocciose del territorio.
Sempre nel 1820 visitò Ancona, di cui lasciò una suggestiva veduta del porto, e non si esclude che allo stesso periodo risalgano anche i passaggi dell’artista in altre città del centro Italia, come Civitavecchia, Terni e Civita Castellana. Nel settembre 1821, quindi, Ascanio trascorse alcuni giorni nel nord della Penisola, tra i laghi di Como, di Lugano e Maggiore.
Con ogni probabilità, nei quattro anni successivi l’artista soggiornò stabilmente a Roma: lo dimostrerebbero i fogli eseguiti tra 1822 e 1825 e riguardanti scorci, spesso inusuali, della città e dei parchi delle ville romane. Allo stesso torno di tempo vanno quasi certamente collocati altri disegni aventi per soggetto vedute, giardini o monumenti “inconsueti” dell’Urbe; per di più, se si considerano ancora una volta i soggetti, non è così azzardato ipotizzare che anche altri i fogli possano far parte del medesimo gruppo, che acquisirebbe in tal modo una sua specificità all’interno del corpus.
Al 1826 risale un viaggio verso il Regno Unito: datato al 24 luglio di quell’anno è il disegno che presenta una veduta della cittadina di Llangollen sul fiume Dee (Galles settentrionale), mentre un secondo foglio (non datato, ma riferibile allo stesso viaggio) consiste in una ripresa del Tamigi a Richmond, col caratteristico ponte settecentesco quasi immerso tra gli alberi. L’interesse dell’artista proprio per gli alberi è evidente anche nei fogli relativi a un passaggio di Ascanio a Vienna nel 1827.
Datata al 15 settembre 1830, infine, è la veduta di un monastero sopra una rocca a strapiombo su un fiume: non è stato possibile risalire all’esatta località, ma lo stile del campanile indica che certamente Ascanio compì una nuova escursione nella Mitteleuropa, pochi anni prima rispetto al lungo tour che lo avrebbe portato in Egitto.