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sul retro: II 29 1/2 x 31
Alcune case rustiche della frazione di Baselia sono poste sul lato destro; dal pianoro ondulato coperto di neve si nota la borgata di Vico sulla sinistra sullo sfondo delle montagne illuminate dal sorgere del sole.
Il bozzetto fa parte di una serie di opere, comprendente anche disegni e bozzetti, realizzati a Forni di Sotto e di Sopra durante il soggiorno di Giuseppe Barazzutti a Forni di Sotto durante l'inverno 1927 1928. La serie numericamente più ridotta rispetto a quella di Sauris, non presenta più la tecnica divisionista del colore, che mantiene però il suo spessore materico, come osserva Franca Merluzzi (Merluzzi, 1994, 93). Il bozzetto ritrae le ultime case della frazione di Baselia sulla destra e mostra la borgata di Vico sulla sinistra. L'inquadratura è presa da sud a nord verso le montagne verso Forni di Sopra in cui si distinguono i rilievi lungo il torrente Poschiadea, il monte Pramaggiore e i rilievi del Picco di Mezzodì sullo spartiacque della val di Suola, sull'estrema destra s i intravvede il Clap Varmost. L'inquadratura è simile , ma non uguale a quella usata per le vedute di Forni di Sotto di cui alle schede 104919, 104 920 e 104921. Il pittore si è posto nel pianoro sotto il borgo Tredolo , m a spostato più in basso sotto la frazione di Baselia, le cui case sulla destra emergono da un pianoro innevato a morbidi dossi con un sentiero scavato nella neve che serve a dare profondità di campo. Questo espediente è spesso usato dal pittore e sembra collegato con le inquadrature fotografi che. La luce è quella del mattino come si può dedurre dall'illuminazione dei monti sullo sfondo. Franca Merluzzi ha schedato il bozzetto con il n. 1.93 nell'inventario del le opere relative alla sezione 1 Pittura. vedute e paesaggi. Nell'inventar io della collezione Crapiz il bozzetto reca il n. 110. I numeri sul retro si riferiscono alla misura delle cornici a detta del proprietario Silvano Crapiz. Nonostante manchi la firma, l'attribuzione a Giuseppe Barazzutti è assolutamente certa poiché si conoscono le circostanze in cui l'opera entrò a fa r parte della collezione Crapiz. L'opera fu donata dai familiari a Maria Crapiz Mazzanti in occasione delle nozze ed è depositata a Gemona.
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001
Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX