in basso a sinistra: G. Valentini
Quest'opera raffigura una campagna desolata con alcuni contadini al lavoro; sulla destra un gruppo di sei personaggi, di cui uno a cavallo, mentre in primo piano un contadino con il suo cane raccoglie acqua da uno stagno. Sullo sfondo s'intravedono altre persone chine a lavorare la terra, mentre ancora più indietro una fitta boscaglia si dirada gradualmente verso destra, lasciando intravedere dei monti in lontananza. La campagna appare silenziosa sotto ad un cielo plumbeo e sembra quasi accompagnare il ritmo stanco e malinconico degli uomini a lavoro.
Per l'attribuzione è stato fondamentale il confronto con la tela "Stagno al tramonto", dove si possono notare la medesima boscaglia sulla sinistra, l'immancabile stagno in primo piano (Valentini era definito come: "il pittore degli stagni [...] che li colloca dappertutto sul davanti dei suoi quadri, stagni lucidi, tranquili") e la stessa vegetazione secca. La formazione del pittore avvenne sotto la guida di Giuseppe Bisi all'Accademia di Brera, per poi perfezionarsi nella pittura di paesaggio a Roma, con particolar riguardo per i vedutisti del Settecento. La sua carriera artistica terminò presto, ma prima di abbandonare l'attività promosse, assieme all'amico Gaetano Fasanotti, la pittura di paesaggio nel capoluogo lombardo, diventando l'interprete di un nuovo sentimento verso la natura, ricercando un linguaggio piacevole e accattivante.
Ferrari Benedetti S., Schede, in Paesaggi e vedute, Gorizia/ Torino 2003