La villa si trova in viale xx Settembre a Gorizia, su una piccola altura dalle cui pendici degrada un meraviglioso parco. La residenza è caratterizzata da un massiccio corpo centrale sviluppato su tre piani, dal quale dipartono un’ala ottocentesca e un doppio loggiato. Accanto al loggiato è ubicata la cappella di famiglia risalente al XVII secolo, dedicata a Sant’Anna, separata da un alto muro dagli annessi rustici. Le aperture sono rettangolari con cornici lisce in pietra sia al piano terra che al primo piano. All’ultimo piano le aperture sono di forma quadrata. L’antico fronte principale, che si affaccia sulla piscina e sul parco, presenta un terrazzino centrale con una balaustra in ferro battuto di gusto barocco che viene ripresa nei corrimani della scala di ingresso a doppia rampa. Il corpo maggiore è composto da trenta stanze, i soffitti sono tutti in le- gno con travi decorate a vista tranne la biblioteca che presenta una copertura con volte a crociera. I pavimenti sono in pietra al piano terreno, mentre ai piani superiori in parquet. Molto interessanti sono i caminetti decorati disseminati nelle varie stanze dell’edificio poiché sono provenienti dalle più importanti dimore gentilizie dell’intera provincia. Parimenti degne di nota sono le stufe in maiolica settecentesche, che servivano per il riscaldamento della villa, riccamente decorate.
Venne fatta costruire, nel 1593, da Carlo Zengraf di Grafenverth, segretario della Camera di Graz e del Capitanato di Gorizia, su progetto dell’architetto Giulio Baldigara. Dal nome del suo proprietario l’edificio fu denominato castello di Zengraf e costituì una fortezza, piuttosto che una villa, in un periodo di continue lotte e invasioni. La struttura era diversa da quella odierna e la facciata appariva affiancata da due torrette sporgenti. Nel 1614 il castello venne venduto a un ramo della famiglia Strassoldo, conosciuto in seguito come Strassoldo-Graffemberg. In questo periodo l’edificio subì delle modifiche all’impianto originario cui fu aggiunta la cappella di Sant’Anna, unita alla villa da un loggiato. Nel 1820 l’edificio venne messo all’asta e acquistato dal conte Michele Coronini Cronberg. La famiglia Coronini giunse a Gorizia nel XVI secolo da Berbenno, località vicina a Bergamo. Cipriano il Vecchio fu il capostipite della famiglia e acquistò, nel 1548, titoli di nobiltà e insegna. Il prestigio e il potere dei Coronini furono favoriti da matrimoni importanti che garantirono l’allargamento dei diritti territoriali e giurisdizionali. Di particolare importanza il matrimonio di Antonio con Antonia di Rabatta, che unì ufficialmente i titoli di due notabili famiglie. Il diretto successore fu proprio quel Michele che acquistò il palazzo di Graffemberg. Dal matrimonio con Sofia di Fagan, Michele riunì l’intero patrimonio dei Cobenzl diventando signore di un vasto territorio che si estendeva da Gorizia fino alla Carniola superiore. Alfredo Coronini, uno dei nipoti di Michele, per affermare il desiderio di difendere la monarchia dalla minaccia di pericolosi movimenti indipendentisti, volle simbolicamente, verso il 1880, creare attorno alla propria dimora un parco. Nei suoi numerosi viaggi ebbe modo di vedere i primi modelli di giardino all’inglese e trasformò il disegno del parco, in origine all’italiana, secondo questa nuova tipologia. Adagiato sulla collina digradante fino al livello inferiore del torrente Corno, il parco si apre in basso in un ampio prato circondato da sempreverdi. Lungo i viali furono piantati ippocastani, platani e tigli e le aiuole piantumate con essenze ornamentali ed esotiche. Tale intervento rappresentò dunque uno strumento sia politico che economico perché diede alla città un’immagine di località di soggiorno privilegiato: Gorizia fu in quel tempo definita la “Nizza austriaca”, considerata tra i luoghi migliori dove soggiornare per la bellezza della posizione geografica e il clima. L’idea della riorganizzazione del parco venne dall’apertura (1858) di un nuovo viale, via Porta Nuova, ora viale XX Settembre, che, tagliando in due la proprietà dei Coronini, creava un nuovo accesso diretto al retro della villa e trasformava quest’ultimo in entrata principale. L’antico ingresso avveniva invece dal borgo di Piazzutta attraverso una scalinata che portava direttamente al fronte dell’edificio. Per restituire importanza alla facciata principale originaria, nel 1876, venne costruito il loggiato sopra l’ingresso facendo arrivare da Aquileia quattro colonne in granito grigio di origine romana del II secolo d.C. Nel Novecento il parco venne ulteriormente modificato costruendo prima, a opera di Girolamo Luzzato, la collina e il tempietto circolare che orna il giardino e che doveva servire, alimentato con un sistema di serbatoi, per scenografici giochi d’acqua e poi, nel 1944 per mano dei tedeschi che avevano fatto della villa il loro comando, una piscina davanti all’antico fronte principale. Tuttora sono visibili, coperti dalle erbacce, i resti degli scalini che portano all’ingresso della villa. Lungo il viale d’accesso sono collocate cinque statue allegoriche realizzate dallo scultore vicentino Orazio Marinali mentre, davanti all’entrata, è situata l’imponente statua di Giovanni Battista Coronini Cronberg, celebre antenato e valoroso condottiero contro i Turchi, eseguita da Marco Chiereghin nel 1774. Durante la Grande Guerra il complesso fu gravemente danneggiato, per cui fu necessario un importante intervento di ristrutturazione che, iniziato nel 1919, si concluse nel 1923.In seguito all'utilizzazione come sede del comando tedesco nel 1943, il prospetto fu interamente ridisegnato e dotato di un nuovo e più elegante ingresso a due rampe di scale che partivano dai lati lungi di una piscina, anch'essa di nuova costruzione. Durante la Seconda Guerra Mondiale il complesso fu sede del comando tedesco e, successivamente dopo, di un comando partigiano jugoslavo e di un comando delle truppe alleate, fino a tutto il 1947. Il complesso, oggetto di un complesso restauro iniziato nel 2002 e terminato nel 2006, ospita oggi l'importante museo della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus. A seguito delle recenti ristrutturazioni (2002-2006) sono venute alla luce alcune testimonianze nelle murature che fanno pensare che la residenza sia sorta su una precedente struttuta turrita, con una pianta di circa 8,5x10 metri, forse costruita in quel luogo allo scopo di controllare l'ingresso a nord della città.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005