Il Museo dell’arte e delle coltellerie testimonia l’evoluzione e la storia dell’attività artigianale e industriale centenaria, molto importante per la comunità e l’economia di Maniago. Inaugurato nel 1998 grazie all’impegno dell’omonima Associazione, è oggi ospitato nel ristrutturato edificio dell’ex CO.RI.CA.MA – Coltellerie Riunite Caslino-Maniago, primo grande impianto manifatturiero d’inizio Novecento, quando ancora la produzione avveniva in officine di piccole dimensioni. Il Museo espone su due piani il patrimonio storico raccolto, suddiviso in tre sezioni, frutto di un progetto museale unitario particolarmente suggestivo grazie alla ricostruzione di alcuni ambienti di lavoro. La prima sezione dal titolo “Dall’ossidiana all’ossido metallico: materie prime, fonti di energie, saperi e pratiche” affronta l’evoluzione storica dei materiali e delle fonti di energia utilizzati nel tempo e la trasmissione dei saperi; la seconda sezione, “La fucina del mago: mestiere e tecniche del coltellinaio”, propone un percorso che parte dall’ambiente del battiferro, passando per la bottega del fabbro, fino ad arrivare agli spazi della fabbrica, attraverso macchinari, prodotti e strumenti da lavoro; l’ultima sezione al I piano, “Dalla funzione alla forma: evoluzioni e trasformazioni della produzione dei coltellinai maniaghesi” propone il sistema della produzione e commercializzazione di coltelli, forbici e vari strumenti da taglio realizzati a Maniago.
La collaborazione tra il Museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie e il Centro regionale è iniziata nel 2005, e si è sviluppata con diverse campagne di schedatura che hanno riguardato principalmente i prodotti dell’area fabbrile maniaghese, da quelli artigianali di inizio Novecento fino a quelli più recenti realizzati con materiali e tecnologie all’avanguardia, e l’attrezzatura usata da operai e artigiani, come martelli, pinze, lime ecc. Dalla catalogazione degli oggetti, usciti dalle officine maniaghesi, emerge la grande varietà della produzione locale: si va dai coltelli, ai temperini caratterizzati dalle molteplici funzioni, a vari tipi di forbici, roncole ed altri attrezzi agricoli, in particolare falci. E' ora possibile consultare circa un migliaio di schede BDM – Beni demoetnoantropologici materiali, lo specifico tracciato che permette di organizzare e sistematizzare in modo coerente le complesse informazioni attinenti alle varie fasi della lavorazione dei manufatti, mettendo in evidenza le diverse specializzazioni degli artigiani che concorrevano alla realizzazione del prodotto finito. La scheda riporta infatti informazioni relative alla categoria dell’oggetto, alla sua denominazione in lingua friulana, all’autore e all’ambito di produzione e al metodo di esecuzione, all’uso e alla cronologia d’impiego e una descrizione puntuale della forma e della materia e tecnica. È stata invece utilizzata la scheda PST – Patrimonio Scientifico e Tecnologico per descrivere gli strumenti da lavoro in ambito industriale. La complessità dell’oggetto viene risolta attraverso un’esaustiva descrizione dell’oggetto e del suo uso, recuperata grazie al supporto delle fonti orali.
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