Recipiente cilindrico a fondo convesso con due orecchie, diametralmente opposte, forate ove si inserisce il manico mobile, curvo a semicerchio. Motivi ornamentali battuti (con andamento sinusoidale sovrapposti a linee rette) e incisi (trattini inclinati su doppia linea)
in seguito alla raccolta degli oggetti di rame durante la guerra d’Etiopia nel 1935 i #cjaldéirs# e molti altri vasi tipici vennero sostituiti con comuni secchie di metallo più leggero. Scomparve così in quel periodo la batteria di rame che caratterizzava tante case friulane. In primavera, e precisamente durante la settimana che precedeva la Pasqua, i #cjaldéirs# venivano puliti e lucidati con farina e aceto e poi nuovamente appesi ai ganci dell’acquaio.
Penzi D., Guida al Museo Provinciale della Vita contadina, Pordenone 1987
Penzi D., Vandi e regolà. Una cultura contadina dimenticata, Udine 1983
Scheuermeier P., Il lavoro dei contadini. Cultura materiale e artigianato rurale in Italia e nella Svizzera italiana e retoromanza, Milano 1980, 2
Atlante storico linguistico, Atlante storico linguistico etnografico friulano, Padova 1978, III
Penzi D., Tradizioni artigianali comunitarie nel pordenonese, Pordenone 1972