facciata principale, incavo angolare
Il progettista Mario Baresi, con questo intervento, è chiamato a misurarsi con delle importanti preesistenze. Il suo palazzo completa l’edificato sull’incrocio stradale. L’ultimo lotto ancora non costruito viene colmato dalla sede della Banca Cattolica del Veneto che entra in relazione architettonica con il palazzo postale di Angiolo Mazzoni, con il mercato coperto di Riccardo Del Neri e con la settecentesca palazzina De’ Grazia. Con ogni probabilità la scelta di impiegare il rivestimento in laterizio a vista è dettata soprattutto dal confronto con i due edifici novecenteschi che presentano un simile trattamento superficiale. Baresi, con un linguaggio più moderno, non utilizza il mattone pieno bensì un rivestimento in listelli di laterizio. L’edificio sorge lungo la via Boccaccio, all’angolo con il corso Verdi. Il fabbricato occupa un volume di circa 9.500 metri cubi e si estende su circa 600 metri quadrati. L’impianto planimetrico ha un andamento ad L. L’edificio costituisce un corpo di fabbrica isolato da altri fabbricati che prospettano sulle vie. Lo stabile si eleva per quattro piani fuori terra ed è coperto da un tetto a falde con manto in laterizio. Originariamente il piano seminterrato era destinato ad accogliere in parte delle cantinette per gli appartamenti e in parte era destinato al caveau e all’archivio della banca. Il piano terra accoglieva gli spazi bancari e quattro negozi. Al primo piano erano previsti degli uffici, tra i quali la sede dell’Opera Nazionale Mutilati e Invalidi e la sede della Federazione Coltivatori Diretti. Nei due restanti piani erano ricavati otto alloggi ad uso residenziale, tre dei quali affittati ai dipendenti della banca. In corrispondenza dell’incrocio stradale il volume del fabbricato arretra profondamente ricavando lo spazio per un ampio incavo squadrato, corrispondente all’ingresso principale dell’istituto bancario. L’accesso all’edificio è rialzato dal piano stradale. Una breve gradinata angolare conduce all’ampio pianerottolo di ingresso, coperto da una sottile pensilina. I fronti sulle strade e il prospetto laterale su via Boccaccio sono caratterizzati dal rivestimento in listelli di cotto dall’acceso colore rosso. Le finestre sono distribuite a passo regolare e tutte della medesima larghezza; ad ogni piano variano però le altezze. Al piano terra si aprono ulteriori finestre, le vetrine degli spazi commerciali e due accessi secondari all’edificio arretrati rispetto al filo facciata. Tutte le aperture sono riquadrate da sottili cornici lineari di pietra chiara. Delle lastre di pietra bianca definiscono un alto basamento. Una lunga pensilina copre gli ingressi secondari e le vetrine lungo via Boccaccio. Al primo piano, le finestre corrispondenti alla lunghezza della pensilina sono raggruppate e inquadrate da un’unica cornice lapidea e la muratura che le separa non è rivestita in mattoni bensì in lastre di pietra bianca. Il prospetto sul corso Verdi risulta diverso rispetto alla ben più estesa facciata su via Boccaccio. Il piano terra ripropone lo stesso rivestimento in laterizio, le finestre incorniciate e lo zoccolo lapideo. I piani soprastanti sono contraddistinti invece da lunghe terrazze estese tanto quanto la larghezza del fronte. Le aperture che si aprono sui lunghi balconi risultano più arretrate e sono coperte dalla linda aggettante del tetto. Delle ringhiere in tondino di ferro verniciato sono poste a protezione delle terrazze. Sulla parete in nicchia, in alto, è ancora visibile il rilievo lapideo del Leone di San Marco, simbolo della Banca Cattolica del Veneto. L’opera artistica è attribuita allo scultore Mario Sartori. Dopo l’estinzione dell’istituto bancario i caratteri dell’intitolazione affissi alle pareti esterne sono stati rimossi; in facciata si notano ancora i segni degli ancoraggi. I prospetti rivolti verso il cortile retrostante non presentano un rilevante pregio architettonico. Il profilo risulta particolarmente articolato ed è caratterizzato dall’aggetto dei corpi scala, dalla presenza di numerose finestre di servizio e da alcuni balconcini. Le murature sono completamente intonacate e dunque prive di alcun rivestimento di laterizio.
A metà degli anni Cinquanta del Novecento, all’angolo tra il corso Verdi e via Boccaccio viene realizzata la sede della Banca Cattolica del Veneto, opera progettata dall'architetto Mario Baresi. Con questo fabbricato si completa l’edificazione dell’incrocio tra le due importanti vie cittadine. Via Boccaccio infatti taglia trasversalmente il corso Verdi, prolungandosi attraverso via Oberdan in piazza della Vittoria, in corrispondenza dell’imbocco con via Roma. L’edificio bancario entra in relazione architettonica con l’imponente mole del palazzo postale progettato dall’architetto ministeriale Angiolo Mazzoni, con la struttura eclettica del mercato comunale e con la settecentesca casa De’ Grazia. Nel lotto ora occupato dal palazzo, in epoca asburgica sorgeva la "Casa del Soldato", una costruzione in legno concepita quale punto di ritrovo e di aggregazione a disposizione dei militari, una sorta di dopolavoro. La Banca Cattolica del Veneto è un istituto creditizio che deriva da una serie di accorpamenti e fusioni di più realtà bancarie venete e friulane a vocazione cattolica. Questo processo di accorpamenti viene avviato già negli anni Trenta e si configura come un’azione di salvataggio delle banche cattoliche. A partire dalla seconda metà degli anni Quaranta e soprattutto nel secondo dopoguerra, l’istituto bancario si evolve e si espande, tanto da diventare una solida realtà presente in tutto il nord-est italiano, con sedi e sportelli in Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Trentino e Alto Adige. La Banca passa inoltre sotto il controllo del Governo. Cessa la sua attività nel 1989, a seguito dell’incorporazione nel Nuovo Banco Ambrosiano. Anche l’architettura è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale. Dopo la seconda guerra mondiale, l’amministrazione centrale della Banca promuove una intensa attività edificatoria. Nel corso degli anni vengono realizzate nuove succursali e vengono ristrutturate sedi già esistenti. L’obiettivo è quello di tessere una capillare rete di filiali in tutto il Triveneto, al fine di ottenere il più ampio controllo del credito.
L'edificio presenta murature portanti di elevazione in parte di laterizio e in parte di cemento armato. Facciate retrostanti intonacate; fronti principali rivestiti con listelli di laterizio a vista. Strutture orizzontali e di copertura in latero-cemento. Tetto a falde con manto di copertura in coppi di laterizio.