Antonio Zatta ottenne nel 1754 il permesso di dare alle stampe Le Rime del Petrarca brevemente esposte per Lodovico Castelvetro: infatti il 25 dicembre di quell'anno i Riformatori dello Studio di Padova concedettero formalmente la licenza di stampa, dopo l'approvazione dei revisori del Santo Officio e della Repubblica che non avevano riscontrato nulla, nè contro la fede cattolica nè contro la pubblica morale. Nel marzo del 1755 Zatta ottenne anche il privilegio, e così potè iniziare a stampare l'opera, che rientrava in un ampio progetto di edizioni di classici della letteratura italiana, contemplante la pubblicazione delle opere di Dante, Ariosto, Tasso e Bojardo. Come riporta in modo assai preciso il colofone del secondo volume, Le Rime furono stampate in due tomi nell'arco di un anno, dal 16 maggio 1755 al 29 maggio 1756: sicuramente il primo tomo fu concluso entro il 25 ottobre 1755, come si può desumere dall'avviso che Zatta inviò a giornali e riviste per pubblicizzare la novità editoriale. Nelle novelle letterarie comparve infatti un "manifesto" del 25 ottobre 1755 nel quale Zatta annunciava: "essendo già uscito da' miei torchi il primo tomo delle non men rare, che ricercate Rime del Petrarca coll'Esposizione di Lodovico Castelvetro". Dopo che uscì il primo tomo, il conte don Cristoforo Zapata de Cisneros, un associato alla pubblicazione delle Rime, riuscì a procurare la dedica dell'edizione a Maria Antonia di Baviera, principessa di Polonia e nuora dell'imperatrice di tutte le Russie Elisabetta Petrowna. Il fatto che nel frontespizio del I tomo delle Rime non compare la dedica a Maria Antonia di Baviera sta a significare che le copie del I volume furono distribuite rapidamente agli associati, e non erano quindi più in bottega per la possibile modifica del frontespizio. Nel frontespizio del II tomo delle Rime compare invece l'indicazione della dedica personale del conte Cristoforo Zapata de Cisneros a Maria Antonia di Baviera. In onore di quest'ultima fu realizzata una tavola fuori testo, disegnata da Gaetano Zompini e incisa da Giovanni Magnini, con il ritratto della principessa e e un sonetto a lei dedicato. La grande novità di questa nuova edizione delle Rime sta nella ricchezza dell'apparato illustrativo: infatti non sono raffigurati solo i Trionfi, le immagini dei quali sono presenti in svariate edizioni delle Rime, ma anche il Canzoniere è abbellito da molte vignette che illustrano i sonetti e le canzoni. Gli incisori che furono chiamati a tradurre in stampa i disegni preparatori di Francesco Fontebasso, Gaetano Zompini, Giovanni Magnini, Giovanni Battista Moretti e Michelangelo Schiavoni furono, oltre agli stessi Zompini e Magnini, anche Giovanni Cattini, che incise però solo due vignette, Bartolomeo Crivellari, Giovanni Battista Brustolon, e Giacomo Leonardis, il più giovane incisore del gruppo. Tutte le stampe furono eseguite all'acquaforte, con rari rinforzi a bulino. Per rappresentare le numerose figure allegoriche che compaiono nelle vignette gli artisti si basarono sull'Iconologia di Cesare Ripa, uno dei testi considerati indispensabili per i pittori di storia e perciò fra i più consultati.
Giacomello A., "Abbiam con tanta cura abbellita la nostra presente edizione". Stampa e incisione nelle Rime del petrarca brevemente esposte per Lodovico Castelvetro, in Le Rime del Petrarca: un'edizione illustrata del Settecento (Venezia, Antonio Zatta, 1756), Gorizia 2003