sotto la parte figurata a sinistra: Simone Memmi pinxit
sotto la parte figurata a destra: Raphael Morghen sculpsit
in basso al centro: BEATI GLI OCCHI, CHE LA VIDER VIVA
in basso al centro: Archetypum est Senis/ penes Eq. Antonium Piccolomini Bellanti.
L'acquaforte deriva con leggere varianti dal Ritratto di dama di Girolamo di Benvenuto (Siena 1470-1524) conservato alla National Gallery di Washington: il quadro fu a lungo attribuito a Simone Martini, chiamato erroneamente con il patronimico del cognato Lippo Memmi, e creduto il Ritratto della Laura di Petrarca. Il primo infatti che lo cita come l'originale ritratto di Laura eseguito dal Martini fu nel Seicento lo storico Giulio Mancini, il quale lo vide a casa Mandoli a Siena. Più tardi il quadro passò in casa Bellanti sempre a Siena, dove ancora si trovava nel primo ventennio dell'Ottocento quando Antonio Marsand ne fece trarre da Raffaello Morghen questa stampa per illustrare la sua edizione delle Rime di Petrarca. Come afferma lo stesso Marsand nelle "Dichiarazioni ed illustrazioni storico-critiche del ritratto di Laura" presenti nel I tomo delle Rime (p. 352), il disegnatore senese Giovanni Formichi trasse dal dipinto di casa Bellanti un disegno, che servì da modello a Francesco Emanuele Scotti, il quale ne eseguì una miniatura su pergamena. La miniatura infine fu intagliata dal Morghen, ed essa fa da antiporta all'opera (cfr. Palmerini 1824). Questo in esame è il secondo stato tra i due conosciuti (per l'esemplare di I stato eseguito a solo contorno si veda la scheda S 3786); per un altro esemplare di secondo stato cfr. scheda S. 3674.
Palmerini N., Opere d'intaglio del Cav. Raffaello Morghen, Firenze 1824