in basso al centro "16"
Questa stampa fa parte delle diciotto incisioni che appartengono alla serie di ventuno stampe che corredano la prima edizione illustrata della "Gerusalemme liberata" di Torquato Tasso, pubblicata nel 1590 a Genova dall'editore Girolamo Bartoli. Al frontespizio seguono i venti canti, ciascuno introdotto da una tavola incisa posta a fronte del testo la quale illustra l'episodio centrale attraverso i personaggi protagonisti e gli eventi più significativi delle stanze del canto. La serie di proprietà della Fondazione si presenta in fogli sciolti e incompleta, poiché mancano il frontespizio e le due immagini premesse ai canti XIX e XX. L'invenzione delle composizioni, nelle quali si compendiano senso narrativo e forza illustrativa, spetta al pittore genovese Bernardo Castello. La serie dei disegni preparatori per le incisioni si conserva nella Galleria Regionale di Palazzo Abatellis a Palermo, ma non è pervenuta completa. La traduzione a stampa dei disegni venne affidata ad Agostino Carracci e a Giacomo Franco (cfr inventario 3715/1 3715/2). Entrambi riportarono con grande scrupolo ogni particolare delle invenzioni di Castello, mostrando pieno rispetto per la sua originalità ideativa. Le tavole VI, VII, VIII, X, XII, XVI, XVII più il frontespizio, sono ritenute unanimemente dalla critica opera di Agostino Carracci, per quanto soltanto in due di esse, la ottava e la diciannovesima, compaiano le lettere"A.C.f", interpretate come iniziali di Agostino che, forte del maggiore prestigio che godeva come incisore, s'era riservato la scelta delle tavole da eseguire, privilegiando le scene dove il moto degli affetti è più intenso e il dramma dei personaggi è trasportato in primo piano. Di Agostino si apprezza la maggiore luminosità dei paesaggi e degli edifici dei secondi piani. Nei disegni, inoltre, non sono comprese le cornici che inquadrano ciascuna scena. Tali elementi decorativi furono realizzati da Agostino e Giacomo, che differenziarono e personalizzarono i motivi dei fregi. Le tavole di Agostino sono più luminose e con listelli semplici. In base alla numerazione, le tavole della collezione goriziana risultano di secondo stato. Vi si riscontra il netto affievolimento dei dettagli soprattutto nei secondi piani, e in particolare di alcuni elementi del paesaggio in lontananza. Secondo stato su due
Brazza S., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011