Pencz Georg, XVI

Oggetto
stampa smarginata di invenzione
Soggetto
parabola del seminatore
Autore
Pencz Georg (1500/ 1550 ca) - inventore/ disegnatore/ incisore
Cronologia
1534 ca - 1535 ca
Materia e tecnica
carta/ bulino
Misure foglio
mm - altezza 36, larghezza 57
Codice scheda
S_8581
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Coronini Cronberg
Fondazione Palazzo Coronini Cronberg
Iscrizioni

Il nome di Georg Pencz, assieme a quello dei fratelli Hans Sebald e Barthel Beham, come lui attivi a Norimberga, viene ricondotto a un gruppo di incisori tedeschi, denominato Kleinmeister (Piccoli Maestri), affermatosi pienamente dopo la morte di Dürer. La definizione, a partire dalla sua formulazione nella seconda metà del XVII secolo da parte dello storiografo d'arte Joachim von Sandrart, è stata usata senza alcun riferimento allo stile o alla qualità dei lavori, ma esclusivamente per indicare come la produzione di questi autori fosse caratterizzata prevalentemente da opere di formato ridotto. Le due stampe fanno parte della "Vita di Cristo", la serie con il maggior numero di stampe tra quelle realizzate da Georg Pencz. Costituita da ventiquattro bulini riferibili agli anni 1534-1535, illustra alcuni momenti della vicenda di Cristo a partire dalla “Natività”, l'unica stampa non numerata dall'autore, per terminare con la “Discesa dello Spirito Santo sugli apostoli”. La serie si distingue per il piccolo formato e la semplicità dell’impianto compositivo, caratteristiche di tanta produzione di Pencz. I personaggi, a figura intera e allineati in primo piano, occupano quasi tutto lo spazio in altezza della lastra; ispirati al mondo contadino e popolare, le loro azioni si traducono spesso in una gestualità enfatizzata che smorza la gravità e i toni solenni degli episodi, mentre il pathos si stempera in una dimensione di quotidianità. Tali caratteri risultano ben evidenti nella stampa, in cui Pencz riporta fedelmente il racconto dei tre vangeli sinottici: il seminatore sparge i semi che cadono in parte sul terreno dove daranno frutto, in parte sulla strada, dove gli uccelli sono pronti a beccarli, in parte sulle rocce e sui rovi. La resa del paesaggio è elementare, goffo il volo degli uccelli, poco proporzionata la figura, ma anche il linguaggio grafico è semplice, con tracciati che si fanno confusi nelle zone d’ombra.

BIBLIOGRAFIA

Bragaglia Venuti C., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011