in basso a sinistra: Batista Franco fece dal Antico
Come testimonia lo stesso Vasari che gli dedicò una delle sue Vite, Battista Franco, nato a Venezia intorno al 1510, godette presso i contemporanei di un notevole apprezzamento, conquistato non tanto in virtù delle sue doti pittoriche, quanto grazie alla sua abilità nel campo della grafica e in particolare ai suoi “disegni stampati” che, assai più dei dipinti, ne testimoniano la personale vena creativa. La maggior parte degli studiosi concorda nel riferire questa, e altre quattro stampe con animali, agli inizi degli anni Quaranta del Cinquecento, quando Battista Franco fece ritorno a Roma, come ricorda Vasari, in occasione dello scoprimento del “Giudizio” di Michelangelo. Proprio in quell'arco di tempo si collocherebbero, infatti, i suoi esordi come incisore, forse anche grazie a contatti diretti con le botteghe degli editori Antonio Salamanca e Antonio Lafrery, che all'epoca dominavano il mercato della stampa. Le figure di animali, di cui resta testimonianza in numerosi disegni, sono state messe in relazione con gli studi che l'artista veneziano realizzò nel corso del suo primo soggiorno romano a partire dal 1530 circa. Soggetti molto simili, infatti, ricorrono anche in alcuni fogli pubblicati da Antonio Lafrery ed eseguiti da un anonimo incisore, da alcuni identificato con Enea Vico, che apparentemente attinse agli stessi modelli antichi di Franco. Sul verso del foglio, che mostra al centro il segno di una piegatura, è impressa un’altra opera di Battista Franco. Molto probabilmente le due incisioni erano originariamente inserite in un esemplare del trattato di Giacomo Franco "De excellentia et nobilitate delineationis libri duo".
Bragaglia Venuti C., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011