in basso a sinistra: Batista franco inv.
in basso a sinistra: In Venetia à S.ta Fosca
Nonostante la presenza sugli esemplari di secondo stato dell'iscrizione "Battista Franco inv." la maggior parte della critica è stata a lungo concorde nell'ascrivere a Polidoro la paternità del foglio e dell'invenzione di questa composizione, chiaramente ispirata al Diluvio michelangiolesco della Cappella Sistina. Il modello della stampa è stato infatti individuato in un disegno conservato al Louvre (inv. 6065), tradizionalmente attribuito a Polidoro da Caravaggio. Il disegno, piuttosto rifinito, eseguito a penna con lumeggiature a biacca, è stato datato intorno alla seconda metà degli anni Venti, nell'ultimo periodo della permanenza romana di Polidoro, subito prima del suo trasferimento a Napoli in seguito al sacco della città compiuto dai lanzichenecchi nel 1527. La derivazione a stampa di Franco e l’influenza apparentemente esercitata sul Naufragio di Enea eseguito da Perino del Vaga a Palazzo Doria a Genova, suggeriscono infatti che il foglio fosse ben noto agli artisti attivi nella capitale pontificia. A parere di Dillon, la scelta di un’invenzione del pittore lombardo non farebbe che confermare la responsabilità dell’incisione a Franco, il quale, durante i suoi anni romani, manifestò sempre una particolare predilezione per l’opera di Polidoro. Tipiche dell’artista veneziano sarebbero inoltre, secondo lo studioso, “l’astrattezza della configurazione spaziale e della resa dei fenomeni meteorici”, la “tendenza antinaturalistica e decorativa” attraverso cui Battista interpretò il proprio modello.
Bragaglia Venuti C., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011