STRUTTURE PER IL CULTO

Oggetto
STRUTTURE PER IL CULTO - edificio di culto
Denominazione
battistero di San Giovanni
Localizzazione
Trieste (TS) Centro Antico
Cronologia
età romana - età medievale
Ambito Culturale
Età comunale, edificio di culto cristiano
Codice scheda
SI_263

La chiesa di S. Giovanni è un semplice edificio monoabsidato, con al suo interno una vasca battesimale di forma poligonale. Prima dei restauri del Forlati la chiesa era stata trasformata in casa di abitazione. La facciata postica, che prolungava l’asse dell’edificio sino allo spigolo nord-est del campanile, fu demolita e con questo intervento venne identificata la facciata originaria dell’edificio. In seguito fu realizzato il portico esistente, ricomposto attraverso l’utilizzo di materiale originario rinvenuto in loco e con l’ausilio di rilievi d’archivio ed impostato sulla linea di facciata del precedente ampliamento abitativo (FORLATI 1933). Sulla base dell’analisi stratigrafica è però possibile ipotizzare un’ulteriore riduzione longitudinale dell’edificio originario. La sequenza strutturale proposta è la seguente. Il primo momento costruttivo vede l’impiego di preesistenti fabbriche in arenaria (riconducibili alla basilica civile romana) come base fondazionale (Fase 1). Queste vengono potenziate con l’imposta di elementi architettonici di reimpiego in calcare al fine di creare una base d’impianto regolare per l’alzato (Fase 2). Segue la costruzione di un primo muro in arenaria e calcare riferibile all’edificio medievale originario (Fase 3); di esso si conservano solo scarsi lacerti di muratura frammisti ai monoliti calcarei, al di sotto di una linea di rasatura obliqua. L’edificio di Fase 3 viene quindi riedificato come rivela una seconda muratura in arenaria e calcare (Fase 4), con conci e bozze di dimensioni variabili, disposti in filari sub-orizzontali; la linea di facciata dei primi due edifici corrisponde probabilmente ad una sporgenza in linea verticale volutamente esaltata in fase di restauro. L’edificio viene quindi ampliato oltre la prima linea di facciata e sopraelevato con la realizzazione della fascia in muratura comprendente le tre monofore (Fase 5). Un successivo intervento si registra nell’area della nuova facciata con la ricostruzione di una porzione di muratura (arenaria e calcare) probabilmente funzionale alla realizzazione del portico o nartece che sarebbe stato riscoperto e ricostruito dal Forlati (in grigio scuro nel rilievo)

Va notato come il battistero sia del tutto estraneo quanto a tecniche costruttive rispetto alla facciata della Cattedrale ed alle sue ulteriori porzioni tre-quattrocentesche visibili soprattutto lungo il lato meridionale. Tecnicamente ma anche tipologicamente, con riferimento in particolare alla forma delle monofore, il battistero si avvicina invece alle porzioni superstiti del sacello martiriale di S. Giusto (vd. scheda). In particolare si fa riferimento alla tecnica costruttiva visibile nel perimetrale esterno del transetto del S. Giusto, poi trasformato nella cappella di S. Carlo, e alle monofore ed alla trifora riscoperte dal Forlati. Valutati questi parallelismi, il battistero può dunque essere considerato come una fabbrica pre-trecentesca, probabilmente riferibile all’XI secolo, comprendente porzioni di edifici ancora precedenti collocati in una condizione di continuità strutturale con i resti dell’edilizia capitolina di epoca romana. Tutto ciò contrasta con la datazione tradizionale della fabbrica al 1380 (l’altare fu consacrato il 4 gennaio 1383), mentre è compatibile con la presenza del fonte esagonale al suo interno, databile al IX secolo.