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Durante le prospezioni di superficie effettuate nel 1996 nell'ambito del Progetto S.A.R.A. venne osservata una consistente presenza di materiale archeologico su un terreno arato ubicato a ridosso della sponda destra del fiume Natissa. Erano presenti frammenti di ceramica di varie classi (terra sigillata nord-italica, pareti sottili, ceramica comune), di anfore (di importazione africana) e di laterizi, elementi in pietra lavorata e tessere di mosaico. Basandosi sulla documentazione d'archivio conservata nel Museo Archeologico di Aquileia e sulle indicazioni riportate sulla pianta archeologica del territorio aquileiese elaborata da Enrico Maionica, è stato possibile identificare l'area con il sito scavato alla fine dell'Ottocento nella località Bacchina di cui rimangono due rilievi, datati rispettivamente al 1891 e al 1892. Come indicato nella stessa didascalia dei due disegni, le esplorazioni portarono alla scoperta di una necropoli, formata per la maggior parte da tombe ad incinerazione. Tuttavia, l'analisi dei rilievi suggerisce che fu allora messa in luce un'evidenza archeologica ben più complessa: le strutture murarie messe in pianta, caratterizzate da orientamento non omogeneo, potrebbero non essere solo connesse con recinti funerari ma forse anche con una struttura residenziale, dal momento che formano vani con una planimetria piuttosto articolata e che in superficie si è notata l'affioramento di tessere musive. Inoltre sono disegnati degli allineamenti di anfore che sembrano indicare l'esistenza di due opere di drenaggio.
L'evidenza archeologica sembra connotata da una commistione di elementi riconducibili all'ambito funerario (SI 798) con elementi riferibili alla sfera abitativa (SI 799). Essa rientra in una serie di scoperte effettuate quasi senza soluzione di continuità lungo la sponda destra del fiume Natissa, nella fascia di territorio interessata in età romana dal passaggio di un importante asse viario di comunicazione tra Aquileia e il mare (cfr. SI 789). La documentazione indica tra le scoperte delle sistemazioni con anfore verosimilmente riconducibili ad opere di drenaggio: anche queste trovano vari riscontri nella zona suburbana meridionale e potrebbero riferirsi, per analogia, ad interventi di bonifica messi in atto soprattutto nell'epoca tardoimperiale per il controllo idrogeologico del territorio (cfr. SI 790 e SI 800). I materiali osservati in superficie durante le ricognizioni del 1996 riportano a una datazione generica tra alta e medio/tarda età imperiale.
Oriolo F., Prime esplorazioni e ricerche nel suburbio di Aquileia. L'area nel comparto sud-occidentale tra Bacchina e Panigai, in Studia archaeologica Monika Verzár Bass dicata, Trieste 2015
Maggi P./ Oriolo F., Luoghi e segni dell'abitare nel suburbio di Aquileia, in L'architettura privata ad Aquileia in età romana. Atti del Convegno di Studio (Padova, 21-22 febbraio 2011), Padova 2012