La torre presenta una piana a "L" ed è compresa nel bastione Rorondo del Castello di S. Giusto. La natura pluristratificata di queste fabbriche non è stata sinora riconosciuta e la datazione schematica al 1471 (MESSINA 2007, con bibliografia precedente) deve essere considerata insoddisfacente. L’analisi stratigrafica ha dimostrato che le porzioni inferiori delle murature della torre, inglobate dal bastione Rotondo o Veneto degli inizi del Cinquecento (e perciò visibili solo in corrispondenza del prospetto O, all'interno dell'atrio del castello), sono contraddistinte da una peculiare tecnica di costruzione, nettamente diversa da quelle che si ritrovano nel restante elevato. La muratura è caratterizzata dall'assenza di corsi e dall'impiego di bozze poligonali irregolari d'arenaria di grandi dimensioni, frammiste a lastre d'orizzontamento, sempre in arenaria, con l'occasionale impiego di zeppe litiche e in laterizio. L'arco a sesto acuto d'accesso al castello, con telaio in calcare, è in fase con questa muratura. Ad una seconda fase è riconducibile la muratura impostata sulla precedente. Questa è individuabile sul complesso dei prospetti visibili della torre e vede l'impiego di conci d'arenaria rifiniti sulla faccia a vista, di modulo variabile, disposti su corsi orizzontali. L'unica apertura presente è una feritoia aperta sul prospetto O. L'intervento successivo, in terza fase, individuabie sulle porzioni intermedie dell'edificio, vede una riduzione del modulo dei conci unitamente all'apertura di finestre quadrangolari e feritoie archibugiere. Il balcone del prospetto O con la sua arcata d'accesso è realizzato in rottura della muratura preesistente. Le quote alte della torre rivelano una serie complessa di interventi di superfettazione e restauro.
La terza fase edificatoria è molto probabilmente riferibile all'iniziativa federiciana: le feritoie archibugiere permettono infatti di inquadrarla nella seconda metà del Quattrocento. Le due sottostanti fasi edificatorie sono dunque precedenti. Volendo tentare di mettere d'accordo le informazioni archeo/stratigrafiche con le notizie storiche disponibili, la prima fase potrebbe essere riferibile alle porzioni superstiti del Palatium Episcopatus, prossimo al monastero delle monache della Cella dell’Ordine di S. Benedetto (vd, scheda SI 250) . La seconda fase potrebbe dunque essere riconducibile ai residui del primo castello veneziano ultimato nel 1371 e ad essa si sovrapporne l'intervento edificatorio legato all’iniziativa federiciana.
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