Riti e rituali nelle fotografie di Umberto Antonelli
Umberto Antonelli (1882-1949), originario di Padova, si trasferisce a Enemonzo nel 1912 dove poi rimane fino alla morte. Laureato in chimica e farmacia, fin da adolescente si appassiona alla fotografia e in Carnia avvia uno studio fotografico molto apprezzato e frequentato.
Opera in un’area geografica, la Carnia, in rapida evoluzione economica e sociale: attraverso le sue fotografie documenta infatti i numerosi lavori di modernizzazione del sistema infrastrutturale della montagna friulana con la costruzione del ponte di Avons (1913); antecedente alla Prima Guerra Mondiale è anche la linea ferroviaria che garantisce il collegamento con Comeglians e Paluzza, documenta la nascita delle prime industrie che seppur in ritardo rispetto al resto d’Italia, iniziano ad operare in Friuli.
Conosciuto per essere stato il punto di riferimento iconografico di una certa rappresentazione del Friuli arcadico e rurale priva di un’analisi critica delle reali condizioni di vita, spesso tragiche e ai limiti della sopravvivenza, degli abitanti della montagna friulana, a ben vedere, attraverso le sue fotografie si possono evidenziare più livelli di lettura.
L’intento di questa selezione dei suoi lavori vuole infatti, attraverso soprattutto la categoria dei ritratti (in studio o in esterno, singoli o di gruppo) offrire una nuova chiave di lettura della società carnica di inizio del Novecento. Eventi come il matrimonio, la Prima Comunione, il servizio militare segnano dei veri e propri riti di passaggio, dei momenti di transizione da uno status sociale ad un altro che avvengono attraverso precisi rituali riconosciuti e approvati dalla società in cui si è inseriti.
Le fotografie di Antonelli ci trasportano in un viaggio spazio-temporale nei primi decenni del Novecento e ci restituiscono un affresco definito di volti, attitudini, abbigliamento di una parte della nostra Regione.