La placchetta centrale in argento dorato, raffigurante la Deposizione di Cristo dalla Croce sullo sfondo del Calvario e lo stemma Grimani retto da due angioletti alla base, è montata entro una cornice architettonica a edicola poggiante su uno zoccolo piuttosto alto, con paraste riempite per un terzo a lamina d'oro a simulare la tipologia "rudentata", sopra le quali poggia una trabeazione con cornice fortemente aggettante arricchita da un turchese centrale. La cimasa a timpano curvo spezzato reca incastonati, nel mezzo, una pietra rettangolare e al di sotto un cammeo con il busto del Redentore posto di profilo. Al centro del basamento è inserito un secondo cammeo, in sardonica orientale traslucida, raffigurante Daniele orante in costume persiano accompagnato da una scritta in greco.
La pace è attribuibile al mecenatismo di uno dei prelati Grimani (Marino?) ed è pervenuta al Capitolo di Cividale nel 1558 per dono del patriarca Giovanni Grimani. Il cammeo raffigurante Daniele è stato attribuito dal Nicoletti (1984) ad un atelier veneziano della seconda metà del XIII secolo e può essere verosimilmente identificato con quello citato nel sunto inventariale redatto da Marino Grimani del 1528 prima di recarsi a Roma e che nel 1545 non era ancora incastonato nella pace. Il cammeo con il busto del Redentore è invece un prodotto cinquecentesco ed appartiene ad una tipologia di oggetti che conosce grande fortuna e diffusione a partire dalla fine del Quattrocento. La placchetta centrale con il compianto sul Cristo deposto dalla croce, di cui sono note derivazioni conservate a Berlino e a Vicenza, può essere assegnata a una bottega italiana, forse padovana, non lontana dalla produzione del Moderno ed è stilisticamente databile, secondo Gasparotto (1997), non oltre il 1515; una cronologia confermata dalla menzione nel citato inventario del 1528. Il montaggio piuttosto disomogeneo dell'insieme va datato secondo Goi (2000) dopo gli anni quaranta del Cinquecento.
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