Cherchez la flamme, dipinto

Oggetto
dipinto
Soggetto
non figurativo
Cronologia
1980
Misure
cm - altezza 70, larghezza 70
Codice scheda
OA_132402
Collocazione
Cividale del Friuli (UD)
Palazzo de Nordis
Collezione Famiglia De Martiis
Iscrizioni

Su uno sfondo steso con pennellate trasparenti di vari colori, si distinguono forme di varia natura, geometriche e organiche. Esse sembrano galleggiare in questo spazio senza un preciso componimento, dove alcune appaiono attrarsi tra loro e altre vagare autonomamente. Le cromie vanno dai gialli, azzurri, verdi, grigi e rosa del fondale su quale sono delineate con spesso segno scuro le forme.

Roberto Matta, artista di origini cilene, dopo una formazione come architetto, nel 1937 entra nei ranghi del Surrealismo europeo. Prende parte quell’anno alla lavorazione del padiglione spagnolo dell’Esposizione di Parigi, dove conosce Picasso. Su consiglio di Dalì, incontra André Breton che, vedendo i suoi disegni, lo invita a partecipare alle riunioni surrealiste. Dopo aver aderito l’anno seguente all’esposizione internazionale del Surrealismo a Parigi, su indicazione di Duchamp nel 1939 Matta si trasferisce a New York ed entra in contatto con i dadaisti e surrealisti immigrati dall’Europa. Egli, insieme alla compagine europea, contribuirà a influenzare i pittori del nascente Espressionismo astratto americano. Amico intimo di Arshile Gorky, al quale suggerì le tecniche dell’automatismo, Matta venne escluso nel 1948 dal gruppo surrealista proprio in seguito alla relazione che egli ebbe con la moglie del pittore armeno, avvenuta poco prima del suo suicidio. Dal 1949 risiede in Italia dove si avvicina al Partito comunista italiano e stringe amicizia con Renato Guttuso. Muore a Civitavecchia nel 2002. L’opera di Roberto Matta si muove quindi, sin dagli esordi, alla ricerca di una rappresentazione artistica in cui l’aspetto irrazionale e l’automatismo surrealista divengono le basi della sua poetica. A partire dalle “Morfologie psicologiche” del 1938-39, sino alle sue opere più recenti, Matta era convinto che “[…] la pittura doveva costituire un mezzo e non un fine […] che l’opera doveva protrarsi al di là della tela e costituire un mezzo per poter vedere il mondo oltre le apparenze, per scoprire l’invisibile” (“La Collezione della famiglia De Martiis a Cividale del Friuli”, a cura di S. Cecchetto – C. Beltrami, scheda, Cividale del Friuli, 2019, p. 175). In effetti anche nella tela della collezione De Martiis, emerge un microcosmo formato da forme ibride tra organico e artificiale che suggeriscono una visione irreale e inconscia del mondo. Tangenti al dato reale, sono strutture che paiono attrarsi o respingersi l’una con l’altra generate da un pensiero automatico che le colloca in uno spazio indefinito in cui tutto sembra trasformarsi. Tra le varie forme presenti, possiamo scorgere dei rettangoli come dei vetri trasparenti, componenti di strutture meccaniche che sembrano citare l’opera duschampiana. Lo stesso Matta nel 1955 dice “uso lastre di vetro, piani trasparenti anche nei miei quadri. Questo perché sono più interessato a ciò che esiste tra gli oggetti, a ciò che accade tra le cose, che all’oggetto stesso…dobbiamo dipingere l’uomo e la sua galassia quotidiana” (Alberto Giacometti e Max Ernst. Surrealismo e oltre nella Collezione Guggenheim”, a cura di L.M. Barbero, Grafiche Aurora, Verona 2002, p. 118). Come indicato nel catalogo del museo, “Cherchez la flamme” è opera registrata presso l’Archives de L’Oevre de Matta nel 1980.

BIBLIOGRAFIA

Collezione Famiglia De Martiis Cividale, La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020

Cecchetto S., La collezione De Martiis: un percorso del gusto, in La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020

Beltrami C., Tempi e modi di una collezione: le scelte di Giancarlo De Martiis, in La collezione famiglia de Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020