Composizione formata dall’aggrovigliarsi di corpi femminili fortemente astrattizzanti. Essi sono avviluppati tra loro attraverso l’intersecarsi delle forme e il segno nero che li delinea. La tavolozza cromatica è rossa, bianca e nera.
In questo dipinto Annemarie Dreibholz-Humele raggiunge una percezione del corpo umano intesa ormai in forme geometriche prive di qualsiasi riferimento naturale. Solo dopo un’attenta osservazione si distinguono i corpi concatenati tra loro, in cui l’alternanza delle piatte campiture bianche e nere determinano le anatomie stilizzate. Per l’artista l’indagine sul corpo umano è indubbiamente una continua sperimentazione, tanto che ella stessa sostiene essere una perpetua sfida nel rappresentarlo. Cristina Beltrame nota alcuni riferimenti a “Il bacio” (1927) di Max Ernst, in particolare nel “[…] contorno così fortemente tratteggiato, nonché l’incastro dei corpi stessi, d’un nero intenso, gioca certamente nel contrasto col rosso ma rimanda, volenti o nolenti ad alcuni dipinti di Max Ernst degli anni Venti …]” (La Collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, scheda, catalogo a cura di S. Cecchetto – C. Beltrami, Cividale del Friuli 2020, p. 168).
Collezione Famiglia De Martiis Cividale, La collezione famiglia De Martiis a Cividale del Friuli, Cividale del Friuli (UD) 2020