dipinto murale, Fossati Domenico, ambito friulano, XVII/ XVIII

Oggetto
dipinto murale
Soggetto
motivi decorativi vegetali, veduta di giardino con fontana, animale: pappagallo, animale: pavone, animale: struzzo
Autore
Fossati Domenico (1743/ 1784) - attr.
Ambito culturale
ambito friulano
Cronologia
1699 post - 1799 ante
Misure
m - altezza 4, larghezza 7.2, lunghezza 6.7
Codice scheda
OA_130691
Collocazione
Udine (UD)
Palazzo Antonini Maseri

La stanza è caratterizzata dalla presenza di sette tele con angoli sagomati e cornici in legno dorato e inserite in un apparato ornamentale composto da motivi decorativi in stucco bianco, su campiture monocrome dei toni del rosa e giallo paglierino. I dipinti raffigurano scorci su un giardino all’italiana, con siepi curate, fontane a forma di vasi con fiori, cascate d’acqua, animali ed elementi architettonici come colonne e rovine di un tempio antico. Il soffitto mostra al centro una quadratura color rosa, abbellita da un motivo decorativo a vegetali e arabeschi in stucco bianco e da un rilievo dorato a forma di fiore, da cui probabilmente scendeva il lampadario della stanza. Lungo i bordi del soffitto si trova una cornice in stucco bianco, ornata con piccoli motivi in stucco di fiori, vasi e vegetali, delimitata da fasce di colore rosa. Sopra le due porte vi sono quadrature rosa con all’interno un motivo decorativo con vasi e fiori in stucco bianco.

Sul finire del XVII secolo il palazzo tornò di proprietà della Famiglia Antonini dopo circa due secoli - durante i quali fu dei Soardi, Bratteolo e Girardis-, grazie all'acquisto effettuato da Giovanni Daniele Antonini. Egli non solo commissionò una serie di lavori pertinenti all’edificio palladiano già esistente ma fece anche costruire un palazzetto adiacente. Un progetto di edificazione e decorazione che sarebbe continuato a più riprese fino all’inizio del XIX secolo (Zanini 1983, p. 143). La decorazione della stanza in esame, appartenente al palazzetto di più recente realizzazione, può essere datata verso alla metà del Settecento grazie all’analisi stilistica degli stucchi e delle tele. La critica propose l’attribuzione dei dipinti a Domenico Fossati, sulla base del confronto con le panche presenti in palazzo Valvason Morpurgo decorate con simili vedute (Bergamini 2003, p. 89). L’artista veneziano, noto come quadraturista e scenografo, secondo quanto attesta l’autobiografia del pittore Leopoldo Zuccolo (Fossati 1970, p. 115; Bergamini 2003, p. 89), fù presente a casa Antonini attorno il 1770. Non si conosce però l’entità del lavoro commissionato all’artista in quella occasione, sicché la notizia non è sufficiente per assegnargli con certezza la paternità delle tele. Bergamini (2003, p. 89) avvicinò i dipinti anche all’operato dei pittori padovani Andrea e Marino Urbani, attivi nello stesso periodo nell’esecuzione di analoghe decorazioni a Udine e in Veneto. Benché il cattivo stato di conservazione delle tele impedisca una loro piena valutazione, sono comunque evidenti incertezze nella raffigurazione degli animali presenti in tre delle sette tele del ciclo e nella resa prospettica delle architetture. Si può apprezzare tuttavia la capacità di variare il tema dei capricci architettonici e degli scorci su giardini all’italiana, abbelliti da muretti con fontane, fiori e siepi ben curate. Il soggetto del ciclo risponde alle esigenze e ai gusti di una committenza di metà Settecento, con la ripresa dei temi del giardino di delizie e dello svago nobiliare, più spesso impiegati nella decorazione delle ville di campagna.

BIBLIOGRAFIA

Bergamini G., Il palazzo Valvason-Morpurgo, in Tre secoli d’arte nel cuore della città, Tavagnacco (UD) 2003, n. 20

Palumbo Fossati C., I Fossati di Morcote, Bellinzona 1970

Bartolini E./ Bergamini G./ Sereni L., Raccontare Udine Vicende di case e palazzi, Udine 1983