in basso a sinistra sul biglietto: Hic Hortensium habet, petumque amplectitur [...] / Renneir e Fabris Anna Maria Parens, Foedere, morenti, saluto morte jugali / sponsi in utroque lucet dulcis imago [...] / aetas natus XXIV annorum / Filij Mai XX mensium / MDCCIXC
Il dipinto ritrae una giovane vedova a tre quarti di figura,contro uno sfondo scuro, seduta con un figlioletto accanto e il più piccolo sulle ginocchia. L'abito scuro denota il lutto recente ricordato nell'iscrizione. Il velo bianco copre il capo e scende sulle spalle; nella mano destra appoggiata sul tavolo tiene un libro di preghiera tra le pagine del quale è inserito l'indice. I ricchi monili sono raffigurati con grande attenzione: gli eleganti orecchini a pendenti "à girandole", il cordon d'àur o manin (catena d'oro costituita da minuscoli anelli) avvolto intorno al collo con ciondolo a stella, fiocco di lutto e crocetta, due vistosi anelli. Finissimo e dolce è il volto della donna dal pallido incarnato soffuso da un'aura melanconica addolcita nei lineamenti giovanili; i suoi occhi intensi e penetranti, la bocca sottile si rivedono nei tratti del bambino maggiore che tiene stretti in mano il "colaz" (ciambellina) e un grappolino d'uva. Sul tavolino accanto alle figure è appoggiato un biglietto, mentre in alto a destra è raffigurato lo stemma di famiglia.
Si tratta di un dipinto inusuale per la coeva ritrattistica friulana di carattere famigliare, nella quale in genere i bambini compaiono di rado o fra i genitori. "Bello come un Pietro Longhi, di gentilissima freschezza" dice Ragghianti (1989) del dipinto, un'opera che per la raffinata impostazione, la solarità più vicine all'area veneta, si distacca da analoga ritrattistica carnica. L'anonimo autore rivela una mano spigliata e sciolta cui concorre la morbidezza della tavola cromatica, giocata su sfumature che riescono ad alludere a quell'atmosfera di mestizia richiesta dall'occasione del ritratto. La nobile bellezza della donna si scioglie e si raffina in una nota colloquiale resa attraverso la discorsività della scena mentre la felicità compositiva, il realismo e il naturalismo dei particolari riescono a offrire un'immediatezza rara e una certa modernità che prelude al ritratto ottocentesco.
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