Dorotea Giorgessi Casali è ritratta a mezza figura su sfondo scuro. Il volto leggermente girato verso sinistra denota una notevole espressività, quasi a comunicare un'interiore eleganza. Profondi segni ne disegnano i lineamenti, sottolineando le sopracciglia, il naso allungato, le pieghe delle guance. Le ombre che sfumano sulle tempie e alle guance scavano e rendono più profondo il nobile ovale dai tratti asciutti. Sulla veste nera spicca il bianco della camicia bordata di pizzo allo scollo e ai polsi e dello scialletto che circonda il collo. Il fazzûl (fazzoletto da testa) che copre il capo, impreziosito da decorazioni in merletto, è identificativo di una condizione agiata. Nella mano destra portata al busto la donna regge un libretto delle orazioni, tra le pagine del quale ha infilato l'indice per tenere il segno, come se fosse stata interrotta durante la preghiera.
Non vi sono dati d'archivio che attestino la provenienza del dipinto, forse giunto attraverso la collezione Perusini. Lo stesso studioso (D'Orlandi, Perusini 1964) lo presentava come ritratto della famiglia Casali di Prato Carnico allora confluito nella propria raccolta. Da Andreina Ciceri sappiamo che si tratta di Dorotea Giorgessi andata in sposa nel 1762 a Giacomo Casale di Pieria (Ciceri 1991) e morta prima del 1778. I Giorgessi di Prato fin dal '500 erano una facoltosa famiglia che conosceva ricchezza per i vasti possedimenti di boschi, malghe, "negozi" e altre attività anche in pianura, ma per disguidi e mancanza di "promettenti eredi" stava decadendo dell'avita fortuna. I Casali "famiglia di caratura inferiore e meno antica" proprio con il notaio Giacomo, uomo pratico e di legge, non senza vicissitudini legali riassestano il patrimonio ereditato da parte dei congiunti della moglie, facendo prosperare le sorti del proprio casato. Il ritratto rende l'immagine della condizione signorile. Stilisticamente esso è riconducibile all'ambito del carnico Silvestro Noselli (1696-1777) , pittore carnico formatosi in un ambiente colto e molto ricercato nelle famiglie benestanti della Carnia. Si può ipotizzare che al tempo del presente dipinto, già anziano, il Naselli si sia limitato a dipingere il volto (di esiti stilistici superiori è anche il delicato tocco con cui descrive l'evanescenza dei merletti), lasciando ad altri la definizione del busto.
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