in basso a destra: O.ROSAI/ XVII
Il dipinto è firmato dall'artista e datato al XVII anno dell'era fascista, cioè al 1939. L'immagine di Firenze prediletta da Rosai non è quella pittoresca dell'Arno e dei suoi celebri monumenti noti a tutti, ma l'immagine della vita quotidiana nelle strade dei borghi, nella periferia. L'unica presenza in questo paesaggio solitario è il carretto accostato al portone in un momento di pausa dal lavoro. Oltre il muro continuo che occupa tutta la lunghezza della tela si vedono profili di tetti e case sovrapposte che scandiscono lo spazio, come in un affresco di Giotto, artista molto amato da Rosai. Di questo soggetto esistono numerose varianti databili a partire dal 1922. Cavallo (1995) rende nota l'esistenza di un disegno preparatorio da collegare al dipinto, del 1938.
Spadoni C., Da Renoir a De Staël Roberto Longhi e il moderno, Milano 2003
Bergamini G./ Reale I., La Collezione Astaldi Capolavori italiani del Novecento, Milano 1998
Cavallo L., Ottone Rosai, Milano 1995
Bergamini G., Da de Chirico a Morandi Capolavori del Novecento dalla collezione Astaldi e dalla Galleria d'arte Moderna di Udine, Milano 1994
Bentivoglio M., La Collezione Astaldi, Roma 1971
Santini P. C., Ottone Rosai, Firenze 1960
Collezioni d'Arte Contemporanea, Catalogo della I Mostra delle Collezioni d'Arte Contemporanea, Cortina d'Ampezzo (BL) 1941