Natura morta con limone, dipinto, Seculin Lodovico, XIX

Oggetto
dipinto
Soggetto
natura morta con limone e bicchiere
Autore
Seculin Lodovico (1832/ 1907)
Cronologia
1878
Misure
cm - altezza 30.5, larghezza 24
Codice scheda
OA_55491
Collocazione
Gorizia (GO)
Musei Provinciali di Borgo Castello
Musei Provinciali. Museo della moda e delle arti applicate
Iscrizioni

Natura morta con al centro un calice in cristallo contenente un liquido trasparente, un limone e un coltellino serramanico. Gli oggetti poggiano su un ripiano in marmo grigio. Lo sfondo è caratterizzato da un tendaggio verde scuro.

In evidente pendant per dimensioni della tela e composizione, i due dipinti manifestano una chiara specularità nella disposizione degli oggetti. Nel caso della Natura morta con limone (inv. 345/06) il frutto è appoggiato su un ripiano di marmo grigio a sinistra del calice contenente forse un liquore trasparente. Davanti ad esso, posizionato in primo piano in diagonale, è sistemato un coltello con manico in legno dalle estremità dorate. Nella Natura morta con arancia (inv. 344/06), invece, il calice colmo di una bevanda scura ha alla propria destra sia il frutto sia il cucchiaio che, come nel caso del coltello, con la sua diagonale occupa il primo piano del tavolo in marmo bordeaux su cui sono appoggiati gli oggetti. In entrambi i dipinti lo sfondo è chiuso da un drappo, marrone – grigio nella prima opera, verde nella seconda. Nonostante le stringenti affinità, le iscrizioni rilevabili nella parte inferiore della tela rivelano che le opere sono state realizzate a distanza di cinque anni l’una dall’altra. All’apparenza poco significativo, questo dato testimonia l’apprezzamento di cui godeva Lodovico Seculin non solo come ritrattista ma anche quale autore di nature morte, due dei generi prediletti dalla borghesia del tempo desiderosa di sostituirsi alla vecchia nobiltà anche emulandone il mecenatismo. Accanto alla pittura di paesaggio e alle scene di genere, nel corso dell’Ottocento i filoni praticati dall’artista goriziano conoscono un crescente apprezzamento di pubblico e mercato destinato a riscattarne il precedente scarso riconoscimento in ambito critico e accademico. A favorire tale rivalutazione è la volontà del ceto medio di ostentare un gusto estetico ancora in costruzione, incline ad opere d’arte di formato ridotto e facile fruibilità che permetta di costruire piccole gallerie private dove le opere possano essere comprese senza bisogno di elucubrate interpretazioni. Pur avendo alle spalle una tradizione secolare e illustri precedenti (basti pensare a Caravaggio), la natura morta ed il ritratto devono il proprio successo al realismo della raffigurazione e – come nel caso della pittura di genere - al disimpegno del soggetto che, nella fattispecie, soddisfa il bisogno di concretezza della borghesia attraverso la solidità degli oggetti raffigurati. Con la simmetria affidata alla posizione centrale dei calici, i due dipinti di Seculin sono costruiti secondo una composizione che completa la propria raffinatezza con notevoli capacità tecniche, percettibili nello studio di riflessi che investe le posate, nella trasparenza dei liquori e nell’elegante chiaroscuro che percorre le pieghe delle tende. Efficace è inoltre la rugosità degli agrumi, vivace inserto cromatico in opere dominate da tonalità scure e soffocanti. Dato il tradizionale significato dei frutti, la loro scelta può essere stata suggerita dal rispecchiamento degli ideali borghesi: simbolo di castità e purezza l’arancia, di fedeltà amorosa il limone, alludono a un mondo muliebre la cui solidità di valori è accennata dai volumi pieni degli oggetti. Ad equilibrare la costruzione e la simbologia dei dipinti è l’inserto del calice con liquore, probabile allusione alla parte maschile di un universo dominato dagli affari e dall’incorruttibilità, qualità riconosciuta alle piante sempreverdi da cui sono stati colti i frutti raffigurati. (MOGOROVICH 2007, p. 98)

BIBLIOGRAFIA

Mogorovich E., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007