decorazione musiva, Iussa Cirillo, Scuola Mosaicisti del Friuli

Oggetto
decorazione musiva
Soggetto
paesaggio con figure
Autore
Cronologia
1977 - 1979
Misure
cm - cm - altezza 288, 288, larghezza 562, 458
Codice scheda
OA_55339
Collocazione
Udine (UD)
Scuola primaria Maria Boschetti Alberti
Iscrizioni

La composizione musiva si estende a destra e a sinistra dell'ingresso principale su due pareti formanti un angolo. L'area musiva occupa l'intera superficie parietale del corpo edilizio di accesso (piano terra). La porta d'ingresso interrompe le due aree musive che, comunque, appaiono inequivocabilmente appartenenti alla stessa composizione. L'impianto compositivo presenta un fondo con cromie naturali giallo-ocra intersecato da fasce sinuose all'interno delle quali sono contenuti paesaggi e gruppi figurati esaltati da colori vivaci. L'immagine di destra presenta sette figure in abiti bianchi inserite in un paesaggio fantastico. La fascia a sviluppo orizzontale è attraversata longitudinalmente da un elemento che propone i colori dell'arcobaleno. L'immagine di sinistra presenta una coppia di figure femminili tra fiori racchiuse in una fascia "codata".

La scuola dedicata alla pedagogista ticinese Maria Boschetti Alberti costituisce un valido esempio di come la norma del due per cento possa trasformarsi in un impedimento all’utilizzazione dell’edificio. Nel febbraio 1976, a costruzione terminata, il Comune bandì un concorso rivolto ad artisti italiani per l’esecuzione di due pannelli musivi policromi con una superficie totale di trentadue metri quadrati. La retribuzione era di lire 7.840.000 e non c’erano indicazioni sul soggetto, se non la richiesta di conformità con l’ambiente scolastico e la vita dei ragazzi. A causa della totale diserzione, venne indetto nell’aprile 1977 un successivo concorso nel quale gli elaborati presentati furono tutti scartati. Nell’ottobre 1977 si bandì un terzo concorso a cui seguirono le pratiche per la composizione della commissione che si prolungarono fino al giugno 1978. Tra i nove membri venne delegato dal Comune anche Aldo Rizzi, l’allora direttore dei Musei Civici. Secondo il verbale di gara tre furono i partecipanti: la maggioranza della commissione giudicò vincitore il bozzetto dal motto Esperienza e Fantasia di Cirillo Iussa rispondente allo spirito del bando e caratterizzato da un buon cromatismo, mentre gli altri schizzi vennero esclusi per l’inadeguatezza alla traduzione in mosaico. A Cirillo Iussa fu imposto di presentare il mosaico entro centoventi giorni dalla firma del contratto, ma le rigide temperature impedirono ai mosaicisti di lavorare. L’opera iniziata alla fine del 1978 venne interrotta nel gennaio 1979 e ripresa a marzo, per essere ultimata in aprile. A seguito dell’ispezione condotta dalla Soprintendenza nello stesso mese viste le richieste d’urgenza da parte del Comune, alla fine di maggio fu rilasciato all’intervento artistico il certificato di regolare esecuzione (Documentazione: ASU, cartolare 1/ 26). La scuola, costruita nel quartiere sorto a sinistra dell’asse stradale di via Palmanova, cronologicamente posteriore rispetto alla zona di destra dove è già presente l’istituto elementare “Ada Negri”, è un edificio in cemento a sviluppo orizzontale e con un ingresso rientrante in cui, come nella struttura del Villaggio del Sole (cfr. OA 55340), si collocano due mosaici, uno per ogni parete che affianca l’entrata. Sul pannello di sinistra compare la firma dell’artista con la data 1977, anno in cui vennero realizzati i bozzetti, mentre sulla parete di destra è indicata la Scuola mosaicisti con la data 1979, anno di conclusione del mosaico. Cirillo Iussa, insegnante, poeta e uomo politico, aveva già collaborato con la scuola di Spilimbergo per la decorazione di una tomba e successivamente a questo concorso aveva realizzato nel 1985 i bozzetti per due pannelli musivi circolari da sistemare nella navata della chiesa di Santa Maria La Longa (Udine). Due anni prima dell’intervento di Udine egli aveva vinto l’incarico per abbellire con un mosaico di nove metri quadri il nuovo edificio della scuola media del suo paese natale, optando in quel caso per dei soggetti relativi alle valli del Natisone e nei quali i ragazzi del posto potevano riconoscersi. Se lì la forma espressiva rimase ancorata al dato reale, nelle pareti dell’edificio udinese, partendo da un gruppo di figure ridotte a forme geometriche e disposte all’estremità dello spazio dipanò una serie di segni lineari che creano forme allungate, astratte e decorative, estese su tutta la superficie. Sullo sfondo chiaro queste parabole colorate sono rese con tessere vetrose o di smalto accostate a quelle di marmo in modo da esaltare la loro lucentezza. L’artista rappresenta sulla parete più corta alcune fanciulle impegnate a raccogliere dei fiori, mentre su quella frontale le stesse fanciulle che donano ad un compagno il mazzo di fiori. Egli trasmette con il colore la serenità dell’infanzia, tema affrontato anche nella sua ricerca pittorica in opposizione alla condizione di sofferenza con cui egli interpreta l’esistenza dell’uomo adulto. Evidente nel mosaico è poi l’insistenza grafica con cui definisce le forme che gli deriva dalla sua attività di disegnatore e incisore.

BIBLIOGRAFIA

Scuola Mosaicisti del Friuli, Mosaici in Friuli Venezia Giulia. Guida catalogo alle opere musive, Spilimbergo (PN) 2011