in basso a destra: G. Merlo
sul retro, sulla cornice, in alto a destra: G. MERLO/ Paesaggio in Carnia
sul retro, sulla cornice, in alto a sinistra: CUNF/ INV. 2
Dipinto con ampia cornice e vetro
Benché i paesaggi di Giordano Merlo portino nei titoli riferimenti espliciti all’ambiente friulano, in particolare alla Carnia come in questo dipinto, non sembrano essere connotati in modo specifico. Il paesaggio, infatti, sia esso antropico o meno, diventa il pretesto di una riflessione generale sulla realtà sensibile, che l’artista trasfigura in un mondo vivace e brillante. I colori sono caricati, stesi in pennellate larghe e selvagge che costruiscono la forma elaborandola per sintesi. I suoi soggetti sono tratti dalla quotidianità, soprattutto nature morte di frutta e verdura e strumenti da lavoro, fino ad arrivare ai nudi femminili colti in pose provocanti, che l’esuberanza dell’artista tende a spingere, indipendentemente dal tema, fino all’eccesso. La pittura di Merlo coniuga aspetti del fauvismo e dell’espressionismo. Dal primo, l’artista recupera l’interesse per il colorismo tanto sgargiante da generare quasi stordimento, dal secondo la pennellata guizzante e instabile; tuttavia, più che essere incline ad esternare un travaglio interiore, l’approccio dell’artista appare edonistico. Se, come scrive Licio Damiani, «il pittore espressionista altera il reale nel momento in cui il reale gli si presenta […], Merlo, invece, dipinte un reale già alterato dalla memoria o, meglio, dal “sentimento della memoria”, privato quindi di attualità esistenziale, ridotto a emblema di se stesso, restituito a uno stato di innocenza primigenia, di archetipo formale» (Giordano Merlo – Mostra antologica, 24 settembre – 16 ottobre 1988, Galleria Del Centro, Udine 1988, p. 13)(testo a cura di Matteo Colovatti, 2017).
Pauletto G., Giordano Merlo pittore, Udine 1997