I quattro disegni raffiguranti il Trionfo dell'Amore, della Morte, della Fama e della Divinità entrarono a far parte della sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea di Rossetti sicuramente dopo il 1822, dato che non sono citati tra i 90 esemplari dell'iconografia petrarchesca descritti nel catalogo rossettiano del 1822. Il Trionfo della Morte (BCTS, PETR. 5, cfr. scheda OA 51448) presenta nell'angolo inferiore destro la numerazione "N.° 95" che pare di mano di Rossetti: se così fosse ciò dimostrerebbe che la serie fu acquisita dall'erudito poco dopo la pubblicazione del suo catalogo. La serie è pure citata nell'Inventario ed estimo della libreria relitta dal defunto Dr. Domenico de Rossetti, redatto alla morte del nostro dal libraio Schubart e dal disegnatore Merlato, al n. 889 della sezione iconografica petrarchesca come: "889. Disegni a contorni. Quattro Trionfi di Petrarca" (BCTS, PETR. Ms I 76). Hortis menziona brevemente la serie nel suo catalogo del 1874, affermando che si tratta di "disegni a penna di Francesco Pieraccini, figurativi de' Trionfi d'Amore, della Morte, della Fama, e della Divinità, copiati da dipinti d'ignoto autore (forse Paolo Uccello o Matteo Pasti Veronese), che si conservano nella Galleria degli Uffizi di Firenze (vedi il n. 1308 del catalogo del 1869)" (cfr. Hortis 1874). Le quattro tavole non sono menzionate però nel Catalogo generale degli Uffizi edito nel 1979, poichè non sono conservate in quel Museo ma bensì nel Museo Davanzati di Firenze: si tratta infatti di quattro pannelli con i Trionfi dell'Amore, Morte, Fama ed Eternità eseguiti non da Uccello o Matteo de' Pasti come suggerisce Hortis ma da Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia (San Giovanni Valdarno 1406/ 1486), fratello del più famoso Masaccio, che si era specializzato nella produzione di cassoni, forzieri e deschi da parto in cui si riflettono gli ideali artistici di Domenico Veneziano, Paolo Uccello e Angelico. Le quattro tavole furono eseguite per adornare una stanza di Palazzo Medici in via Larga, oggi via Cavour (cfr. Cavazzini 1999). L'autore dei disegni è Francesco Pieraccini (notizie 1823/ 1874), disegnatore e litografo attivo a Firenze nel XIX secolo nel campo dell'editoria. Suoi infatti sono i disegni incisi da Giovanni Paolo Lasinio che illustrano "Benedetto da Majano. Il Pergamo scolpito in marmo nella chiesa di S. Croce di Firenze", edito a Firenze presso Alessandro Bernardini nel 1823, e "Le piazze del Granduca di Firenze co' suoi monumenti" pubblicato sempre a Firenze presso Luigi Bardi nel 1830. Fornisce inoltre alcuni disegni, che saranno tradotti in stampa dal Lasinio, da T. Boselli e da De Fournier, per il primo volume dell'opera di L. Bardi, "L'Imperiale e reale galleria Pitti illustrata", edita a Firenze coi tipi della Galileiana in 4 volumi nel 1837/ 1842 (il I tomo è del 1837), e per le dodici tavole incise ancora da Lasinio de "Il tabernacolo della Madonna d'Orsanmichele: lavoro insigne di Andrea Orcagna e altre sculture di eccellenti maestri le quali adornano la loggia e la chiesa predetta", uscito presso Giuseppe Ferroni a Firenze nel 1874. Tra la produzione litografica, l'esemplare migliore è l'Angelo Doni, tratto dal dipinto di Raffaello. I disegni della serie sono caratterizzati da un estremo nitore di segno e mostrano le buone doti di disegnatore e di fine copista del Pieraccini, ben evidenti anche negli altri fogli di sua mano che appartengono alla Biblioteca civica di Trieste (BCTS, Ic. 158, 317, cfr. schede OA 51424, 51436).
Hortis A., Catalogo delle opere di Francesco Petrarca esistenti nella Petrarchesca Rossettiana di Trieste. Aggiuntavi l’iconografia della medesima, Trieste 1874
Cavazzini L., Il fratello di Masaccio Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia, Firenze 1999