Il ritratto raffigura Ignazio Furlani seduto di fronte a un tavolino posto accanto a una finestra. Egli indossa un abito scuro con redingote sopra un gilet a fiori e una camicia bianca con lo sparato a piccole piegoline plissettate. Il collo della camicia è alzato sotto il mento da una cravatta verde fermata con un grosso fiocco. Porta baffi con le estremità assottigliate. Sul gilet è fissata la catena d'oro dell'orologio. La mano sinistra appoggia su un bastone da passeggio, mentre nella destra posata al tavolino tiene un garofano. Sul tavolino coperto da una tovaglia verde, sono posate arance e limoni e altri fiori. Sul retro una tenda marrone chiaro dalla quale pende un cordone dorato concluso da un fiocco. Oltre la finestra si scorge un paesaggio con un fiume che crea una cascata e degli edifici.
Intorno al 1910 (l'inventario redatto da Giovanni Cossar non riporta la data esatta di acquisizione) i Musei Provinciali di Gorizia comperarono dal signor Ulderico Golia di Montespino, la località slovena attualmente denominata Dornberg, quattro opere attribuite a Giuseppe Tominz. Tra queste vi erano i due ritratti dei coniugi Caterina Ganz e Ignazio Furlani, insieme a un bozzetto ad olio raffigurante la Visione di Sant'Ignazio e un importante documento della primissima produzione dell'artista: la Santa che legge, olio di ridotte dimensioni firmato e datato sul verso della tela "Giuseppe Tominz pinx 1812". Marini aveva incluso i ritratti dei coniugi Furlani tra quelli dell’ultimo periodo "accomunati tutti dal medesimo sigillo di mediocrità" (Marini, 1952, p. 64), Magani, invece, pur scartando l'attribuzione a Giuseppe Tominz del ritratto di Caterina, ritenuto opera di bottega o del figlio Augusto, ha riconosciuto nel ritratto del marito Ignazio Furlani "Il tocco sorvegliato di Tominz (che) inquadra la figura in un ambiente angusto dove una finestra si apre verso una veduta di Montespino”, elemento, quest’ultimo, ricondotto alla ripresa dei fiamminghi quattrocenteschi da parte dei nazareni, ai quali Tominz era stato vicino durante l’apprendistato romano (cfr. F. Magani, in Ottocento di frontiera, 1995, p.153). Rilevando in quest’opera una certa rigidità della posa, l'incarnato poco naturalistico e la scarsa espressività del volto, si ritiene probabile, anche in questo caso come in tanti altri ritratti dell’ultima fase tominziana, la collaborazione con il figlio Augusto. L'osservazione dell'abbigliamento, degli accessori e della pettinatura farebbero datare l'opera alla fine degli anni Cinquanta. Dalle ricerche condotte sulla figura di Ignazio Furlani all’Archivio di Stato di Gorizia si è scoperto che egli non era il proprietario, bensì il conduttore del mulino di Montespino (Dornberg), nella valle del Vipacco. Il mulino era infatti di proprietà della famiglia Coronini Cromberg, che nel 1827 aveva stipulato un contratto d’affitto con il padre di Ignazio, Giuseppe Furlani. Nel testamento di quest’ultimo (conservato all’A.S.Go, Pretura urbana di Gorizia, b. 26, n. 2280) redatto nel 1851, egli lasciò al figlio e al genero Giuseppe diverse proprietà; Ignazio assunse anche la gestione del mulino fino alla sua morte, avvenuta nel 1860. Nel 1856 Furlani, assistito dall’avvocato Francesco Marani (amico di Tominz e proprietario di alcuni suoi dipinti), vinse una causa contro il proprietario del mulino, Michele Coronini Cronberg, accusato del mancato il rimborso di alcune migliorie fatte all’immobile (v. A.S.Go, A. Cor. Cro., b. 165, fasc. 401). E’ probabile che in questo stesso periodo egli avesse commissionato al pittore, appena trasferitosi da Trieste a Gorizia, il suo ritratto. L’opera rimase nella stessa sede fino a quando un altro gestore del mulino, il signor Golia, lo vendette ai Musei Provinciali di Gorizia. (BRESSAN 2007, p. 124). L'opera è un acquisto dell'amministrazione provinciale dal signor Golia di Montespino Dornberg.
Bressan N., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Ottocento frontiera, Ottocento di frontiera. Gorizia 1780-1850. Arte e cultura, Milano 1995
Sgubin R., Vestire a Gorizia: un itinerario iconografico ai confini dell'Impero (1812-1860), in Studi goriziani, Gorizia 1995, n. 81
Marini R., Giuseppe Tominz, Venezia 1952, passim
Bozzi C. L., Pittori goriziani dell’800, in La Panarie, Udine 1939, a. XV,n. 87–88(mag.-ago.)