Il giovane santo indossa una tunicella rossa, colore che richiama il martirio come la palma che regge nella mano sinistra, mentre con la destra sostiene un libro aperto. Mancano attributi che consentano una identificazione inequivocabile, ma la critica vi ha riconosciuto il protomartire Stefano.
Il dipinto faceva parte di un altare eseguito nel 1595 da Giovanni Antonio Agostini, che appose firma e data nello scomparto con Sant'Antonio Abate, per la chiesa parrocchiale intitolata all'omonimo santo di Feletto Umberto. L'’insieme fu smembrato nel 1721 allorché venne eretto un nuovo edificio di culto.
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