Sul retro etichetta con il numero 277 832
Il santo, nella tunica di diacono bianca e rossa, è accasciato a terra sot to un albero frondose mentre i due lapidatori, uno vestito di blu, l'altro con fascia gialla ai fianchi e calzari stanno per colpirlo con una pietra . In secondo e terzo piano a destra cinque afflitti spettatori, vicino un gruppo di alberi, osservano la scena. Una città, probabilmente Gerusalemme e un ponte fanno da sfondo. Dall'alto di un cielo blu-cobalto, solcato da nubi grigie, seduti su un ammasso di nuvole e circondati da sei cherubini , Dio e Gesù inviano al santo la palma e la corona del martirio. La cornic e dorato si presenta con una piccola baccellatura esterna, una seconda bac cellatura maggiormente rilevata e una modanatura interna a segmenti e perl e.
La documentazione completa del dipinto, di cui il proprietario è in posses so, attualmente non è reperibile. Per comunicazione orale il quadretto è a ttribuito ad un pittore fiammingo operante a Roma. La concitata impaginatu ra e la drammaticità dell'atmosfera creano un'opera di grande rilievo. ess a deve all'influenza michelangiolesca la plasticità scultorea delle figure e all'ascendenza manieristica i timbri del colore, dai toni puri e freddi . La formazione fiamminga si rivela nel paesaggio di sfondo e nel gioco sa piente della luce che, partendo dalla sorgente luminosa del gruppo superio re e da una fonte di luce a destra investono il nucleo centrale del quadro , evidenziandone l'effetto plastico. Dato il tema, più adatto a grandi com posizioni, potrebbe trattarsi di un "modello" ancorchè ben rifinito.