Ritratto femminile di profilo, dipinto

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di donna
Autore
Cronologia
1921 ca. - 1923 ca.
Misure
cm - altezza 64.7, larghezza 54.7
Codice scheda
OA_135920
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Pinacoteca

Il voluttuoso profilo di donna, dalle labbra carnose e con lo sguardo profondo, rivolto verso l'alto, in un punto indeterminato, esterno alla tela, si staglia in primo piano su un fondo reso in maniera compendiaria, attraverso vigorose pennellate, che trascolorano dal buio dell'angolo in alto a sinistra, alla luminosità graduale della sezione di destra, verso cui la donna affissa l' allungato occhio, evidenziato dal folto sopracciglio inarcato. La sconosciuta modella, indossa una tunica serica dal colore glauco, resa magistralmente con tocchi di colore filamentosi e diafani, ad esaltare il busto che sboccia nel viso, di icastica pregnanza. Le corpose campiture cromatiche, ricostruiscono i volumi del volto, del possente collo e della spalla e conferiscono all'opera una saldezza di forme che si stempera nella capigliatura, resa attraverso vaporosi colpi di pennello.

Databile ai primi anni Venti del XX secolo, il ritratto si colloca, cronologicamente, nella fase delle prime adesioni di Gino Parin alle Biennali veneziane, tra il 1922 e il 1924, dopo il giovanile apprendistato artistico svolto in un primo momento presso il pittore veronese Girolamo Navarra e successivamente, fino al 1893 nello studio del triestino Eugenio Scomparini. A partire dal 1894, Parin si trasferisce a Monaco dove prosegue la sua formazione con Karl Raupp all'Accademia di Belle Arti. Già dai primi anni del Novecento, è coinvolto in importanti eventi espositivi, tra i quali giova rammentare la mostra della Sezession e le numerose e regolari partecipazioni agli appuntamenti presso il Glaspalast a Monaco a partire dal 1908 e fino al 1922, senza dimenticare la sua presenza alle esposizioni viennesi dello Hagenbund a inizio secolo (1904-1908). L'importanza della formazione di Gino Parin in ambito tedesco, di cui si sono ripercorse le tappe giovanili salienti, è elemento essenziale per un approccio all'opera che è diretta conseguenza dello stile Secessionista e Simbolista a cui Parin rimane sempre legato nonostante le nuove istanze italiane di solidità dei volumi entro il primo quarto del Novecento e che riemerge anche in questo profilo femminile. Ritorna infatti il tema, così evocativo, della femme fatale, trattato con una pennellata veloce, ricca di densi impasti improntati ad un tonalismo erede della pittura veneziana del XVI secolo. Unitamente alla crudeltà della linea netta e allo stesso tempo sinuosa, di matrice jugend, che si può apprezzare anche nella chiusa suggestione dei disegni a soggetto femminile, in cui è più volte delineata la figura di Fanny Tedeschi, nei quali Parin riesce a raggiungere il magistero grafico della Salomè wildiana, così sadicamente immaginata da Aubrey Beardsley.

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BIBLIOGRAFIA

Pinacoteca Musei, Repertorio di ulteriori opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007

Ragazzoni C., Gino Parin, Trieste 2003, 5

Simbolismo Secessione, Simbolismo Secessione. Jettmar ai confini dell’Impero, Gorizia 1992

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