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in basso a destra: Giuditta Paulini / 26/9/90
Su un fondale scuro, si accampa improvvisa la figura a mezzo busto di un'anziana che reca sul capo un pesante fazzoletto rosso con una bordura bianca a righe nere. La donna indossa un abito nero sul quale, al centro, poco sotto il collo si nota una fila di tre bottoni madreperlacei che scintillano nella penombra. Ma ciò che colpisce maggiormente è il volto dagli occhi vividi, su cui l'autrice si sofferma impietosamente, evidenziando le rughe che solcano la pelle.
La firma e la data in basso a destra attestano l'esecuzione del dipinto da parte di Giuditta Paulini, moglie di Luigi Comel, nel 1890. Tuttavia, la qualità esecutiva del dipinto non permette di escludere qualche intervento dello stesso Luigi Comel. La data dell'opera presuppone il periodo finale degli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Vienna ed è lo stesso Alvise figlio di Luigi a ricordare come, in questo stesso periodo "negli anni che seguono quelli dell'Accademia la sua attività nel ritratto illanguidisce. Dopo aver dipinto i suoi più stretti congiunti, non si hanno altri ritratti dal vero".
Comel A., Luigi Comel pittore goriziano 1866-1934, Udine 1976