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Paramento composto da un piviale, una pianeta, una stola e un manipolo confezionati con un tessuto in damasco nero a grandi motivi vegetali, ottocentesco. Sulla colonna centrale posteriore della pianeta e sullo stolone del piviale è stato riportato lo stemma settecentesco del sacerdote Giovanni Battista Gobbis o De Gobbis, raffigurante un cammello bianco in campo azzurro sormontato da tre stelle. I manufatti sono ornati con galloni in seta gialla e oro filato, a motivo vegetale; la fodera è in diagonale di cotone, marrone, cucita a macchina.
Entrambi i tessuti sono realizzati con telai meccanici; la stoffa damascata è un esempio delle numerose varianti elaborate nel corso dell’Ottocento che richiamano gli stilemi di ispirazione settecentesca. La qualità modesta del tessuto identifica una produzione corsiva presente anche in ambito locale dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento. Si tratta della riproposizione di un paramento liturgico menzionato tra quelli lasciati dal sacerdote Giovanni Battista Gobbis o De Gobbis nativo di Bressa, Campoformido e pievano di Gemona dal 1726 al 1739, anno della sua morte. La citazione riporta che il sacerdote lasciò “alla chiesa di Gemona un paramento di damasco nero su cui vedesi ricamato il suo stemma (cammello bianco su campo azzurro sormontato da tre stelle d’oro”. Di tale paramento ci è rimasto solo lo stemma, riportato sullo stolone del piviale e su altri elementi del parato.
Drusin N. / Merluzzi F. / Patat P., Catalogo delle opere, in Il duomo di Santa Maria Assunta di Gemona, Udine 1987
Vale G., I pievani e gli arcipreti di Gemona, Udine 1901