ostensorio architettonico, Lionello Nicolò di Erasmo, XV

Oggetto
ostensorio architettonico
Autore
Lionello Nicolò di Erasmo (1390/ 1462) - attr.
Cronologia
1434 post - 1435
Misure
cm - altezza 62.2, diametro 17.3
Codice scheda
O_43608
Collocazione
Gemona del Friuli (UD)
Canonica vecchia
Museo della pieve e tesoro del duomo

L'ostensorio, in argento dorato, ha la base a sezione esagonale decorata da racemi con frutti di melograno in argento e da compassi trilobati in smalto filigranato raffiguranti piccoli fiori bianchi su fondo blu, rosso e verde. Questi fiori ritornano anche nell'impugnatura, il cui nodo è costituito da sei bifore scandite da archi rampanti. Torricelle recanti in sommità figure di santi ed edicole talora custodite da sentinelle munite di scudo con scaglione, si addossano al cristallo della teca, formando un fitto intrico, entro cui si possono inoltre distinguere tre gruppi di santi applicati su un fondo in smalto a fiorellini. Completano la decorazione di questo complesso ricettacolo tre (originariamente sei) smalti raffiguranti: la Giustizia, la Fortezza, ed un Guerriero che affronta un leone. Svetta in alto una cuspide a spirale conclusa da foglie accartocciate sovrapposte a mò di sfera, dalla quale emerge un piccolo cono argenteo.

L'ostensorio, un tempo ritenuto dono del patriarca Bertrando e fatto quindi risalire al sec. XIV, è stato invece attribuito all'architetto e scultore udinese del Quattrocento Nicolò Lionello dal Baldissera (1881), che nei quaderni dei camerari aveva trovato, a partire dal 1434, le relative note di pagamento. Se lo studioso gemonese considera "ogni cosa del più diligente e squisito lavoro e che sente già, specialmente nelle figure, l'influenza del Rinascimento" (p. 9), per l'architetto R. D'Aronco, che stabilisce un confronto con la Loggia comunale di Udine, "questo strano capolavoro di oreficeria ... ricorda certo il fare del tempo, non però come nell'architettura vi si trova il preannunzio di un'arte nuova , d'una nuova civiltà. E mentre in questa l'arco s'è man mano avvicinato al semicerchio, e gli ornati e le figure si sono arrotondate...e la linea orizzontale predomina, nell'ostensorio invece son irti i tetti, i pinnacoli, gli archi e gli ornati, tutto insomma tende all'acuminato" (1884, p.79) [Drusin 1985, pp. 38-41].

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