Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
in basso a sinistra (visibile all'infrarosso): J. Boudin
in basso a sinistra: Nov 1883 / [...] V[...]
Nella tavola goriziana si vedono di scorcio a sinistra alcuni pescherecci, ormeggiaci lungo la riva e con le vele ammainate. Vi lavorano intorno degli uomini, piccole figure appena abbozzate. In mezzo al fiume, più distante, si distingue bene un piccolo vapore il cui fumo scuro interrompe la fuga di edifici sulla riva opposta. Altrettanto precisa è la raffigurazione di un ponte. Altre attrezzature portuali, impalcature, pennacchi da fumaioli, sottolineano ulteriormente l'attenzione alla modernità.
La piccola tavola era già di proprietà dei Coronini prima della seconda guerra mondiale; infatti figura nell'elenco di opere da imballare per essere trasportate e messe in salvo a Venezia e vi figura sotto il nome di Eugène Boudin. Tale paternità risultava da una firma ben leggibile (oggi visibile solo all'infrarosso) nell'angolo inferiore sinistro: "J. Boudin". L'iniziale del nome somigliante a una "J", di per sé non contraddice l'autenticità della firma, in quanto in vari quadri la "E" risulta poco riconoscibile, ridotta a un semplice segno un po' ondulato o arcuato. L'iscrizione in basso a sinistra non è di facile lettura: le due parole apposte sotto "Nov 1883" non sono state ancora interpretate, anche se verosimilmente si tratta di un'indicazione del luogo della veduta, secondo un'abitudine che contraddistingue la quasi coralità della vastissima produzione pittorica di Boudin. Diverse fonti sottolineano la precisione "maniacale" con cui l'artista registrava il luogo, la data, talvolta persino l'ora e le condizioni meteorologiche. Il dipinto presenta consonanze notevoli con altre opere non solo dello stesso pittore, ma in particolare degli anni Ottanta. Innanzitutto l'iconografia. Boudin fu soprattutto un pittore di marine. Tra queste un posto particolare occupa il terna del porto, molto richiesto, oltre alle rappresentazioni di spiagge con villeggianti, dagli acquirenti. Anche la composizione è tipica del maestro, che molto spesso riprende la scena dall'acqua (forse da un' imbarcazione) di modo che una o entrambe le rive del fiume, canale, estuario o bacino del porto, costituiscano direttrici oblique verso un punto di fuga centrale (o spostato leggermente), lungo le quali si dispongono i grandi velieri o i piccoli pescherecci, fortemente scorciati.
Malni Pascoletti M., I paesaggi della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg tra scelta e realtà, in Paesaggi e vedute, Gorizia/ Torino 2003