Lo scalone nobile, doppio a rampe contrapposte, collega l’atrio di ingresso del piano terra col salone nobile del primo piano. Riprende la decorazione presente nel salone di ingresso, caratterizzata da stucchi bianchi con mascheroni, vegetali e ghirlande e da motivi vegetali monocromi dipinti in specchiature color celeste sui soffitti delle singole rampe. Al piano terra è inoltre presente una cancellata in ferro battuto che controlla l’uscita verso il retro del palazzo. Al primo livello le scale si aprono verso l’ingresso del palazzo con un piccolo balconcino ornato con mascheroni in stucco e balaustra in pietra. Le balaustre sono abbellite, dal piano terra fino al salone del primo piano, da rilievi di teste di anziani e, agli angoli, da profili maschili con scudi.
Nel 1696, dopo quasi due secoli duranti i quali fu di proprietà Soardi, Bretteolo e Girardis, il palazzo tornò alla famiglia Antonini grazie all’acquisto di Giovanni Antonio Antonini per 930 Ducati. Egli avvio una serie di lavori tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento, apportando importanti modifiche strutturali. Egli decise di realizzare un nuovo scalone a due rampe (Asquini 1997, p. 107). Le scale si inseriscono direttamente in linea con l’entrata, istaurando dunque una nuova scenografia assiale dall’atrio alla loggia ionica posta sul retro del palazzo.
Asquini L./ Asquini M., Andrea Palladio e gli Antonini. Un palazzo romano nella Udine del Cinquecento, Monfalcone (GO) 1997
Bartolini E./ Bergamini G./ Sereni L., Raccontare Udine Vicende di case e palazzi, Udine 1983