Le pareti ed il soffitto della stanza sono decorate ad affresco, sui toni monocromi del rosa e marrone. La parte bassa delle pareti presenta una finta pannellatura ornata con un motivo ripetuto. Il muro è invece suddiviso con quadrature: alte fasce decorate con composizioni di oggetti e figure si alternato a scorci aperti verso fittizie vedute verso l’esterno. Sopra ogni porta è inoltre presente un motivo ornamentale mentre sotto la finestra è raffigurato un piccolo paesaggio campestre. Una finta cornice architettonica con un fregio core lungo il perimetro della stanza, sotto il soffitto. Il soffitto presenta una finta copertura, caratterizzata da quattro aperture triangolari in corrispondenza degli angoli della stanza ed una centrale, a forma di diamante, da cui si può scorgere il punto più alto di una cupola.
La stanza venne decorata durante la proprietà Garzolini, che durò da inizio Ottocento a inizio Novecento. Nel 1790 il palazzo venne infatti comprato da Giuseppe Garzolini e da Margherita Mangilli. La critica attribuisce ad oggi la decorazione a Domenico Paghini, grazie ad un confronto stilistico con un disegno autografo conservato presso la Biblioteca civica di Udine e raffigurante alcune teste con turbante, molto vicine ad un dettaglio presente in uno scorcio dipinto su una parete. La composizione del disegno viene giustamente associata a temi già trattati e visti nell’operato di Tiepolo e Chiarottini, andando a dimostrare l’evidente influenza che questi artisti ebbero sulla cultura figurata udinese di inizio Ottocento e, quindi, su Paghini (Visentin 2017, p. 147).
Visentin M., "Li muri e soffitti sono dipinti con architetture e figure". La decorazione pittorica in un palazzo a Udine tra Settecento e Ottocento, in Tre nomi per un palazzo: Polcenigo, Garzolini, Toppo Wassermann, Udine 2007
Bartolini E./ Bergamini G./ Sereni L., Raccontare Udine Vicende di case e palazzi, Udine 1983