Lo scalone principale è formato da tre rampe singole di scale che portano al primo piano e da un soffitto a doppio altezza, fino al secondo piano del palazzo. In corrispondenza del secondo piano è presente un ballatoio ligneo che gira attorno al vano delle scale. Il soffitto e le pareti di questo locale di passaggio, posto al secondo piano, sono totalmente decorate con finte colonne, finte porte e scorci di paesaggi lacustri e di Venezia. Inoltre è presente una fascia decorata con gli stemmi delle famiglie più importanti in relazione alla storia del palazzo in corrispondenza del camminamento, intermezzate dai mensoloni lignei che sorreggono il ballatoio. Ai quattro angoli sono presenti putti alati affrescati in diverse pose. Il soffitto presenta uno sfondamento prospettico di una cupola a tamburo con stucchi, colonne addossate e finestre, inquadrata da un importante finta cornice architettonica. Poco sotto, in corrispondenza dei quattro angoli, sono presenti scudi con iscrizioni.
La costruzione dello scalone d’onore fu conclusa nel 1705, come ulteriormente testimoniato dall’iscrizione (“Anno Domini 1705 Mensis May”) presente in uno degli scudi raffigurati nel soffitto dello scalone. I lavori nel palazzo iniziarono attorno il 1698 quando venne accolta la domanda di Tranquilla Gugliola, moglie di Marzio di Polcenigo di Fanna da parte dei deputati di Udine di ampliare e modificare il palazzo in borgo Gemona (Visentin 2017, p. 128). Negli inventari Polcenigo viene citata la presenza di una “rotonda” nello scalone, già decorata nel 1751 e successivamente meglio descritta come “dipinto in prospettiva con cornice sotto gira intorno” negli inventari del 1772 (Visentin 2017, p. 131). Seppur la cornice sia identificabile con quella oggi presente nel soffitto, le pitture documentate nel Settecento non corrispondono totalmente alla decorazione attuale. La maggior parte dell'odierna decorazione va infatti identificata con la proprietà Garzolini, che iniziò dall’ultimo decennio del XVIII secolo e finì all’inizio del XX secolo realizzando grandi opere di ammodernamento della struttura e degli apparati decorati. Bergamini identificò due diversi artisti che operarono durante la proprietà Garzolini. Le pitture presenti in corrispondenza del ballatoio vengono attribuite a Domenico Paghini mentre la cupola a Tommaso Turk, la cui presenza presso Palazzo Garzolini fu documentata dal Picco che lo ricorda impegnato ad eseguire una simile decorazione presso il palazzo Antonini Maseri negli stessi anni (Bartolini, Bergamini, Sereni 1983, p. 235). La critica più recente inoltre avanza un’ipotesi attributiva per i quattro angeli raffigurati nel soffitto basso del ballatoio. Grazie ad un confronto stilistico con le grandi figure di fanciulli del salone di palazzo Antonini Maseri, viene proposto il nome di Martino Fischer (Visentin 2017, p. 132). La proposta attributiva, seppur convincente, non è supportata da ricerche d’archivio. Visentin inoltre conferma le proposte attributive relative alle decorazioni delle pareti e del soffitto di Bergamini (2017, p. 152) seppur segnali, giustamente, come gli stemmi nobiliari con paesaggi posti abbiano subito forti rimaneggiamenti. Le pitture eseguite sotto la committenza Polcenigo sopravvissute risultano essere i quattro angeli e, solo parzialmente, l’impianto decorativo degli stemmi con paesaggi (Visentin 2017, p. 131, n. 12). La decorazione dello scalone, seppur eseguito a più riprese e a più mani, risulta nella sua complessità armonioso e completo. Le singole parti ben si integrano tra di loro e l’effetto finale è scenico e di impatto.
Visentin M., "Li muri e soffitti sono dipinti con architetture e figure". La decorazione pittorica in un palazzo a Udine tra Settecento e Ottocento, in Tre nomi per un palazzo: Polcenigo, Garzolini, Toppo Wassermann, Udine 2007
Bartolini E./ Bergamini G./ Sereni L., Raccontare Udine Vicende di case e palazzi, Udine 1983