in basso a destra: Maria Lupieri/ Trieste
Ritratto maschile a mezzo busto leggermente di tre quarti verso sinistra. I capelli sono corti grigi. Indossa camicia azzurra e giacca blu-grigia. Lo sfondo è verde.
Acquistato dagli eredi dell’artista, questo dipinto fa parte di una serie di ritratti eseguiti dall’artista negli anni quaranta al grande poeta triestino Virgilio Giotti. La figura è impaginata con un’inquadratura lievemente obliqua che accentua con melanconica eleganza l’indole mite ed aristocratica del poeta. I delicati rapporti della gamma coloristica, basata sui registri del blu, dell’azzurro e del violetto, si accendono nella luminosità del volto ascetico coronato dal “ciuffo di capelli bianchi scendenti a cirro”(Stuparich). L’intonazione scevra da ogni magniloquenza di questo ritratto sembra la trasposizione pittorica dell’immagine evocata da Giani Stuparich riandando alle conversazioni con l’amico (Trieste nei miei ricordi, Milano 1948, pp. 12-13): “le cose si staccano, nell’atmosfera del suo discorso, come in un’aria limpida, dalla sonora lentezza della sua voce nasce una serenità dove sentimenti e oggetti si fondono come nei tratti di un disegno pulito, i suoi pensieri non hanno nulla di improvviso, s’originano dalla meditazione […] era come se disegnasse o dipingesse, e tutti l’ascoltavano e «vedevano»”.Maria Lupieri, dopo un’adolescenza segnata dagli eventi della Grande Guerra, rientrò nella città natale nel 1918 e si iscrisse alla Scuola per Capi d’Arte che terminò nel 1922. Trasferitasi a Milano divenne aiuto scenografa alla Scala ed entrò in contatto con Raffaele Giolli, collaboratore di “Domus”, partecipando all’attività dello studio di arti applicate “La Bottega” di Rosa Manni Giolli”. Tornata a Trieste verso la fine degli anni venti si inserì con prontezza nel vivace mondo culturale cittadino frequentando poeti ed artisti, tra cui Umberto Saba, Virgilio Giotti, Arturo Nathan, Carlo Sbisà, Leonor Fini, Anita Pittoni. Nel 1931 partecipò alla Prima Mostra triestina di Pittura e Aeropittura futurista, organizzata da Bruno Sanzin al Circolo Artistico di Trieste. Dal 1931 al 1942 fu presente (tranne nel 1941) a tutte le Esposizione d'arte del Sindacato Regionale fascista Belle Arti della Venezia Giulia. Nel dopoguerra, mantenendo i legami con la famiglia Giolli, con Anita Pittoni e con Linuccia Saba, l’artista continuò un’esistenza errabonda spostandosi continuamente tra Milano, Trieste e Roma. Nel 1959 si trasferì a Roma, a casa dell’amica Linuccia, dove continuò a dipingere e a scrivere fino alla scomparsa, avvenuta nell’agosto del 1961. I toni favolistici caratterizzano tutto il linguaggio di Maria Lupieri che fino agli anni quaranta si dedicò prevalentemente al paesaggio trattato in modo essenziale nelle chine e negli acquerelli e reinterpretato sulla tela in termini fantastici e barocchi. Notevoli sono alcuni ritratti degli anni quaranta che risentono soprattutto dell’influenza di Carlo Levi (ritratti di Virgilio Giotti e Ritratto della madre) ed assolutamente originale è la produzione dell’ultimo decennio quando la passione per le simbologie arcane, per l’immaginario popolare e per l’astrologia la portò a creare numerose serie di Tarocchi dove con giocoso divertimento improvvisa il Bagatto, la Papessa, il Penduto….. Nelle opere degli ultimi anni l’artista giungeva ad esiti che Franco Russoli (Maria Lupieri, presentazione della personale dell’artista alla Galleria dell’Ariete, Milano 1959) definiva di “scoperto quanto sincero informale magico” dove la sperimentazione materica si coniugava ad un capovolgimento semantico che narrava “di sassi come stelle, di mari come deserti, di cieli come conchiglie”. (DELNERI 2007, p. 180)
Delneri A., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Accerboni Pavanello A. M., La cultura triestina e la psicoanalisi. Saba, Svevo e “la compagnia del caffè Garibaldi”, in Arte e psicoanalisi nella Trieste del Novecento, Trieste 2004
Novecento Gorizia, Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Arti figurative, Venezia 2000, Arti figurative
Renna P., Scheda, in Pittrici a Gorizia e nella Regione tra Otto e Novecento, Trieste 1997