in basso a sinistra: sett. XXI/ Giannino Marchig
Ritratto di fanciullo seduto su una poltrona colto di tre quarti verso destra. Lo sguardo è rivolto al riguardante. Indossa un abito alla marinaretta. Ha le gambe accavallate e le mani poggiano sui braccioli della poltrona. Alle spalle s'intravede della carta da parati a bande verticali color ocra e una porta in legno scuro.
Entrato a far parte delle collezioni museali nel 1990, il dipinto raffigura un ragazzino vestito alla marinara, seduto compostamente su una poltrona con lo sguardo rivolto verso il riguardante. Il ritratto, datato al 1921, è da considerarsi in pendant con quello di Nora Grandi insieme al quale figurava nella raccolta di Edoardo Grandi (cfr. Un artista triestino…, 2000, cat. 19, p. 142). Esso si caratterizza per la sua realistica vivezza sottolineata da una pittura d’impasto, dalle tonalità calde e da una pennellata precisa e definitoria che ne fanno una delle opere migliori del periodo giovanile dell’artista. Se gli esordi pittorici dell’artefice vanno rintracciati in ambito triestino dove Marchig fu in contatto con Gino Parin, Argio Orell e Bruno Croatto, dal 1915 la sua formazione proseguì nel contesto veneziano a contatto con il vedutista Pietro Fragiacomo. Dopo il breve intermezzo lagunare, l’artista decise di trasferirsi a Firenze iscrivendosi direttamente all’ultimo anno di corso presso la locale Accademia di Belle Arti. I rapporti con l’ambiente artistico toscano portarono Marchig ad accentuare il carattere disegnativo e plastico del suo stile arricchito dallo studio della pittura fiamminga e da una vena di misticismo nordico che riaffiorano, a tratti, nella sua produzione pittorica. Il periodo di permanenza fiorentina costituì per l’artista anche il momento in cui raccolse più ampi consensi e soddisfazioni. Nel 1917, infatti, un suo dipinto esposto alla Mostra del Soldato a Firenze fu giudicato degno di acquisto dal Re Vittorio Emanuele III, mentre nel 1920 ottenne il Premio Stibbert con il trittico Interno di convento e fu invitato a partecipare alla Biennale veneziana. La realizzazione del dipinto, oggi presso le collezioni museali, se evidenzia tangenze stilistiche con la produzione di Bruno Croatto per il lucido realismo che impronta l’immagine, deve comunque essere messa in relazione con gli studi compiuti a Firenze dall’artista che, grazie all’amicizia con lo scultore Domenico Trentacoste, ottenne, di lì a poco, anche un incarico d’insegnamento presso l’istituzione accademica. (GRANSINIGH 2007, p. 182)
Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Artista Triestino, Un artista triestino a Firenze Giannino Marchig, Cinisello Balsamo (MI) 2000
Novecento Gorizia, Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Arti figurative, Venezia 2000, Arti figurative
Arte Gorizia, L’arte a Gorizia tra le due guerre opere dalla raccolta dei Musei Provinciali, Gradisca d'Isonzo (GO) 1991
Giannino Marchig, Giannino Marchig, Trieste 1980