in basso a sinistra: A. ORELL
Ritratto d'uomo a mezzo busto, di tre quarti in abito distinto con inquadratura fotografica.
Il ritratto costituì il genere maggiormente trattato da Argio Orell in quello che viene identificato come secondo periodo produttivo del suo percorso artistico. Si tratta di una fase in cui l'artista supera le influenze sperimentate e conosciute nella prima formazione, Impressionismo, Simbolismo, Jugendstil, e si accinge a conquistarsi una propria personalità e autonomia che lo avviano ad un avvicinamento alle correnti del Surrealismo prima e del Novecento Italiano poi. Questo ritratto ben si colloca tra questi due spartiacque. Datato 1923, non è il solo realizzato dall'artista dell'illustre armatore triestino e nasce con ogni probabilità da un esplicito ordine di commissione. Lo suggerirebbero del resto le circostanze in cui il soggetto appare ritratto: elegantemente vestito egli affiora dallo sfondo, rivelato da una accurata regia di luce. La posa di tre quarti, a mezzo busto viene valorizzata dall'inquadratura fotografica e dalla scelta del formato rotondo del dipinto. Alle esigenze di un ritratto ufficiale Orell conforma anche il linguaggio pittorico. Amante, anche nel ritratto di lineamenti ben marcati, anche se sottili ed eleganti, predilige qui una resa molto naturale, valorizzata dalla pennellata rapida e ariosa. Questo gli consente di rimanere fedele al vero, ma con tutta quella leggerezza che gli permette una notevole immediatezza della visione e dell'impatto emotivo con il personaggio. Quest'ultimo infatti, pur volgendo lo sguardo altrove, non appare altero e fiero, ma bonariamente valorizzato nella sua umanità e intelligenza di spirito. E' chiaro che qui Orell è ormai in grado di superare l'attacamento a questo o a quel linguaggio pittorico e di adeguare invece le sperimentazioni pittoriche fin qui assimilate alle esigenze e alle diverse situazioni della rappresentazione. Qui l'artista sembra fare ancora tesoro della ritrattistica ufficiale tedesca (per la sapiente regia di luce e la pennellata) e della ritrattistica Jugendstil (per la giustapposizione del soggetto contro lo sfondo piatto e la scelta del formato) conosciute a Monaco di Baviera, negli anni del suo apprendistato, e di cui seguì poi gli esiti attraverso i dipinti di Lenbach e Stuck esposti alle Biennali di Venezia. Tali ascendenze tuttavia emergono nel dipinto con una ormai del tutto autonoma capacità di rielaborazione, allontanandosi decisamente dalle loro matrici di riferimento. L'analisi psicologica del soggetto inoltre anticipa già a questa data quell'accentuazione espressiva cui Orell darà seguito negli anni successivi nei suoi ritratti, esasperando il linearismo Jugendstil in direzione della purezza formale novecentista.
Micoli Pasino N., Il pittore triestino Argio Orell, in Arte in Friuli Arte a Trieste, Udine 1993
Delbello P., Orell Illustratore, Trieste 1993
Esposizione Orell, Esposizione di alcune opere del pittore triestino Argio Orell, Bergamo 1931
Esposizione Orell, Esposizione di alcune opere del pittore triestino Argio Orell, Roma 1930