dipinto murale, Montemezzano Francesco, XVI

Oggetto
dipinto murale
Soggetto
Jacomo e Placido Ragazzoni vengono investiti del feudo di san Odorico dal doge Sebastiano Venier
Autore
Montemezzano Francesco (1540 ca./ 1602) - attr.
Cronologia
1581 - 1602
Misure
cm - altezza 600, larghezza 340
Codice scheda
OA_9540
Collocazione
Sacile (PN)
Palazzo Flangini Billia

All'interno di Palazzo Ducale, il doge Sebastiano Venier, seduto sul suo t rono sovrastato da un'edicola marmorea, con manto rosso-oro damascato, inv este della Contea di S. Odorico i due fratelli Jacomo e Placido Ragazzoni inginocchiati davanti a lui e vestiti di nero. Ai lati del doge gli alti d ignitari della Serenissima in vesti rosse e viola siedono sui loro scranni lignei ad eccezione di uno, anziano, la cui alta figura di spalle occupa il primo piano a destra a ridosso del pilastro. A sinistra, dietro i due f ratelli, stanno due ragazzi inginocchiati, presumibilmente i figli dei Rag azzoni.

Il dipinto appartiene alla serie di sei affreschi che decorano il Salone d elle Feste illustrando le vicende piu' importanti che hanno segnato l'asce sa della ricca famiglia Ragazzoni, entrata in possesso del palazzo intorno al 1577. E' infatti del 23 aprile 1577 il resoconto di un'adunanza del Co nsiglio Nobile della Magnifica Comunita' di Sacile nel quale si puo' legge re la supplica di Jacomo Ragazzoni in cui egli afferma la volonta' di "res taurare et rifare le rovinose case et li caduti edifici et altro che mi ap partiene" (G. MARCHESINI, Annali per la storia di Sacile, Udine 1957, p. 8 24). A questa data sono dunque da riferire gli interventi su Palazzo Billi a, prima rovinosa proprieta' dei Sagredo e dei Duodo. Considerando che in uno dei sei affreschi e' celebrata la visita a Sacile di Maria d'Austria d el 20 settembre 1581 abbiamo un primo termine post quem cui riferire l'omo genea serie di affreschi e decorazioni. Se accettiamo l'attribuzione del c iclo a Francesco Montemezzano avanzata dal Berenson (B. Berenson, Italian pictures of the Renassaice, I Venetian School, London 1932, p. 120) dobbia mo poi stabilire come termine ante quem il 1602, data della morte per avve lenamento del pittore. Gli studiosi sono tutti concordi nel riconoscere in Montemezzano un allievo del Veronese (cfr. in proposito A. Venturi, Stori a dell'Arte Italiana, IX/4, Milano 1929, pp. 1040-1045: Thieme-Becker, All gemeines Lexicon Der Bildenden Kunstler, Lipsia 1931 ad vocem). Senza dubb io l'impostazione dei sei affreschi e' veronesiana per il gusto delle arch itetture classicheggianti, l'affollamento dei personaggi nelle composizion i e il vezzo di introdurre nelle scene moretti o cagnolini che giocano. E' vero d'altra parte, che nelle altre opere da noi conosciute, il Montemezz ano predilige sfondi naturali o in ogni caso un'architettura non sovrabbon dante come e' nel caso del Noli me tangere, della Chiesa di S. Giorgio a V erona.

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