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in basso a destra: LICATA 55
retro, su etichetta: V Mostra giovanile internazionale di arti figurative, Gorizia 1955, n. 421
L'intonazione generale del dipinto è nei toni caldi del marrone, suddiviso in parti rettangolari. In alto a destra una zona ha fondo bianco e sovrapposti vi sono degli intrecci di segni neri e punti azzurri e neri. Al centro della composizione, c'è un motivo reso da un groviglio di segni neri e rosso mattone. Alcune campiture sono decorate con motivi segnici che evocano fiori stilizzati e reticoli.
Nato a Torino nel 1929 dopo un breve soggiorno a Parigi con la propria famiglia, si trasferì a Roma sino al 1945. L’anno seguente Licata prese dimora a Venezia. La sua formazione artistica iniziò pertanto nella città lagunare, prima al Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti dove frequentò importanti astrattisti, quali Santomaso, Vedova, Viani, Turcato, Birolli. Nel 1957 ottenne una borsa di studio da parte del Governo Francese e si trasferì a Parigi dove conobbe Gino Severini di cui fu assistente all’Ecole d’Art Italienne de Paris. Negli anni ’60 prese avvio la sua carriera di docente prima come professore di mosaico all’Ecole Nationale de Paris, poi come professore d’arti plastiche alla Sorbonne e professore di incisione all’Academie Goetz di Parigi. All’inizio degli anni ’70 insegnò anche alla Scuola internazionale di Grafica di Venezia e all’Ecole Americane d’Architecture de Fointainebleau. Anche dal punto di vista espositivo Licata ebbe importanti risultati vista la sua esperienza poliedrica come incisore, pittore, mosaicista, scultore e scenografo. Iniziò ad esporre nel 1949 a Venezia e Firenze con il gruppo dei Giovani Pittori Astratti. La sua prima personale si tenne a Venezia nel 1951 e nel 1952 alla Biennale di Venezia. Seguirono oltre 300 personali in 35 nazioni diverse e partecipò alla Biennale di san Paolo del Brasile, di Tokio, Parigi, Alessandria d’Egitto e le quadriennali di Roma e le Triennali di Milano. Recentemente la Biblioteca Marciana di Venezia nel 2007 ha allestito una sua mostra di acquerelli e disegni e nel 2009 a Roma, in occasione del suo ottantesimo compleanno, presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia vi è stata un’importante rassegna che ha ripercorso la sua carriera artistica approfondendo il confronto con artisti veneziani degli anni 50’-’60 appartenenti alla corrente dello Spazialismo. Anche nel 2010 si stanno tenendo esposizioni dedicate all’artista come ad esempio a Castelfranco Veneto e a Padova. Il suo linguaggio artistico è caratterizzato da una sorta di scrittura grafico-pittorica che s’ispira al linguaggio musicale soprattutto nella sua produzione ad olio e nelle tecniche miste creando una sorta di alfabeto formato da segni grafici e simboli. L’opera delle collezioni museali goriziane risale al suo periodo giovanile dove comunque è già evidente il gusto per il grafismo nell’insistenza del segno come espediente decorativo. Il dipinto fu acquistato dall’Amministrazione Provinciale in occasione della V Mostra Giovanile Internazionale d'Arti Figurative, Biennale dell’A.G.I., nell’ottobre 1955 allora presieduta da Umberto Apollonio.
Pinacoteca Musei, Repertorio di ulteriori opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007