in basso a destra: MELIUS/ ANNO XI
Veduta di una piazza attraversata da una strada percorsa da automobili. Al bordo della strada vi sono delle persone che osservano il passaggio delle automobili. La strada è fiancheggiata da lampioni.
Questo dipinto fu esposto alla “III Sindacale” di Gorizia (dicembre 1933) e fa parte di una serie di tele raffiguranti la Piazza d’Italia a Parigi, uno dei soggetti più amati da Melius, che riprese il luogo da punti di vista diversi ricreando in ogni quadro la movimentata ed effervescente atmosfera della metropoli francese. Sesto di tredici fratelli, Rodolfo Battig nacque nel popolare ed antico quartiere goriziano di Borgo Castello il 13 dicembre 1894 da Luigi e Teresa Novotny. Biagio Marin (Creature nostre, Melius, il pittore, in Gorizia, Pordenone 1940, p. 97) ricordava che la casa dei Battig si trovava sulla “stradina lungo le mura, a levante. Rodolfo era un bimbetto magrolino e nero, con gli occhi bruciati, avidi di luce e di colori […e] quella viuzza che aveva il reticolo d’erba tra i ciottoli, e il sole mattutino sulle bocche di leone, che irrompevano a fasci tra le pietre del bastione, era il suo paradiso”. Costretto a contribuire allo scarno bilancio familiare, Battig iniziò a lavorare giovanissimo, dapprima come bandaio, poi come operaio stampatore presso la tipografia di Giovanni Paternolli. Suddito austroungarico, allo scoppio della Grande Guerra fu inviato sul fronte orientale e, tra il 1916 e il 1918, fu fatto prigioniero in Russia. Probabilmente risale a quei lunghi giorni di attesa la nascita del suo interesse specifico per il disegno e la pittura, una passione che al suo rientro a Gorizia divenne scelta di vita, facendogli puntare tutto sull’arte. Iniziò così ad esercitarsi con perseveranza ed accanimento nel disegno, esercizio cui dedicava ogni momento che riusciva a sottrarre ai diversi e pesanti mestieri cui era costretto per sopravvivere. Curzio Cossa (1955, p. 3) osservava che l’artista aveva “il rimpianto per la scuola proprio a tutti gli autodidatti, e facevadi tutto per strappare alla sua miseria qualche ora di lezione, di buona regolare lezione, bussando alle accademie di mezza Europa. L’impressione di non essere mai pronto [fu] la compagna assidua della sua vita; il mito del perfezionamento lo ha ingenuamente adombrato egli stresso nello pseudonimo di Melius”. L’avventura artistica di Melius iniziò a Firenze, per proseguire, nel 1923, a Monaco; nel 1929 si recò a Parigi dove, l’anno dopo, sposò Elisabetta Thiesbürger. Nel 1932 la famiglia si trovava a Torino, città in cui nacque la figlia Elena; seguì un soggiorno a Milano agli inizi del 1935, un ritorno a Gorizia e, nella primavera dell’anno successivo, la partenza per Roma. Rodolfo Battig si spense nella capitale nel 1937. (DELNERI 2007, p. 128)
Delneri A., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Novecento Gorizia, Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Arti figurative, Venezia 2000, Arti figurative
Bradaschia G., Andiamo insieme a visitare i Musei Provinciali di Gorizia, Gorizia 1980
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Cossar R.M., Storia dell'arte e dell'artigianato in Gorizia, Pordenone 1948
III Esposizione Provinciale, Terza Esposizione Provinciale Sindacale di Belle Arti, Gorizia 1933
Pinacoteca estate, Pinacoteca d'estate. Viaggio nel primo '900. Opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, s.l. 2010