Composizione astratta con scritte e forme geometriche. Sono presenti anche delle nuvole stilizzate e un cuore. I colori sono i primari.
Nel 1967 Miela intitolava ironicamente Decadimento della pittura e suo possibile recupero mediante “box” di raccolta un’opera su carta in cui il colore rosso, colante dall’alto, viene raccolto in una grande scatola gialla. Una metafora scherzosa che, come ipotizzava Paola Bonifacio (Cuore come quadro, in Miela Reina, a cura di P. Bonifacio, Milano 1999, p. 32), potrebbe essere interpretata come una sorta di manifesto programmatico, espresso con la consueta acutissima ironia, della virata stilistica che l’artista si prestava a compiere. Carlo de Incontrera, in un brano riportato da Paola Bonifacio (1999, pp. 32-33), ricordava che “era come se Miela avesse voluto, con questa mutazione stilistica mascherare meglio i suoi sentimenti, depistare l’interprete, dare di sé un’immagine più leggera, più giocata, più ironica. (continua in Annotazioni)
Delneri A., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Bonifacio P., Cuore come quadro, in Miela Reina, Milano 1999