L'Ecomuseo delle Acque è il primo ecomuseo della regione: nasce a seguito di un'idea progettuale che inizialmente riguarda un'azione di recupero e valorizzazione di un vecchio mulino, importante presidio culturale del territorio. La struttura ecomuseale inizia a concretizzarsi a partire degli anni 2000 grazie a un finanziamento GAL – Prealpi Leader che riunisce all'interno dello stesso progetto il Comune di Gemona a la cooperativa Utopie Concrete. Progressivamente il progetto si rafforza e oggi l'Ecomuseo si riconosce in un territorio che costituisce, per caratteristiche geografiche e morfologiche, un'unità omogenea quasi perfettamente sovrapponibile al bacino idrografico del gemonese. Questo preciso contesto geografico (distribuito all'interno di sei comuni) viene riconosciuto come importante elemento giustificativo dell'articolazione e presenza dell'ecomuseo nella zona. L'Ecomuseo si articola sul territorio comprendendo al suo interno diverse realtà patrimoniali sia queste organizzate in raccolte ed esposizioni, sia costituite da singoli elementi del paesaggio di natura antropica e ambientale. Si elencano di seguito le raccolte e i centri maggiormente strutturati: 1. Collezione Enrico Pecoraro, 2. Museo dell’arte molitoria Mulino Cocconi, 3. Archivio della Memoria, 4. Museo della Latteria Turnaria (Latteria di Campolessi), 5. LAB Terremoto, 6. Campo Catalogo, 7. Lavadôr di Codes. Particolarmente interessanti, per le implicazioni concrete che hanno avuto nella sperimentazione della pratica ecomuseale in regione, sono due progettualità che l'Ecomsueo delle acque ha sviluppato sul tema della sostenibilità economica e culturale del territorio. Entrambe si sono interessate allo sviluppo di filiere produttive capaci di promuovere l'economia locale attraverso canali virtuosi di valorizzazione del patrimonio gastronomico (progetti dei presidi Slow Food del Pan di Sorc e del formaggio della latteria turnaria di Campolessi).
L'Ecomuseo nel tempo ha sviluppato e sostenuto un'importante azione di catalogazione in relazione a progetti mirati di documentazione del patrimonio naturalistico e demoetnoantropologico del territorio. Si ricordano in particolare la campagna di catalogazione effettuata nel 2007 dei beni del Museo dell'Arte molitoria Mulino Cocconi, il progetto di censimento e catalogazione dei roccoli del 2012 e poi ripreso nel 2018, e il constante lavoro sui beni demoetnoantropologici di cultura immateriale. Internamente l'Ecomuseo si è dotato di un servizio catalogazione che "gestisce il centro di documentazione garantendo l’apertura della biblioteca e l’archiviazione dei materiali. Si occupa di ricerca e documentazione. Coordina le campagne di inventariazione partecipata. Mantiene i contatti con il mondo accademico e con istituti di ricerca e catalogazione".
Decennale. Territorio Comunità Patrimonio, Decennale. Territorio Comunità Patrimonio, Gemona del Friuli (UD) 2011