Fotografie alpinistiche e di montagna, ma anche paesaggi e vedute dei paesi e delle città insieme ai personaggi della cultura friulana che hanno animato il sodalizio. Un archivio di immagini dall'Ottocento in su, che restituisce un ritratto ricco di sfumature del grande sodalizio alpino delle origini. Svaghi pedestri e studi geografici, fatiche in quota e progetti a tavolino che uomini di scienza e di cultura dedicarono al territorio friulano con spirito insieme positivista e romantico. Tolmezzo, 1874: un ristretto gruppo di nobili e borghesi friulani fonda la tredicesima sezione del Club Alpino Italiano. Società Alpina Friulana - SAF - questo il nome del nuovo sodalizio: da quel momento si inventa un nuovo modo di vivere e di leggere il territorio, non solo montano, del Friuli. Scopo principale degli aspiranti alpinisti era sì salire le cime, ma anche guadagnare una conoscenza a tappeto e sotto ogni aspetto della propria regione. Questo con occhi nuovi. Il Friuli, piccola patria all'interno di un'Italia da poco unificata, aveva bisogno di una maggiore consapevolezza e di nuovi strumenti. E così vennero le pubblicazioni e le guide, le ricognizioni altimetriche, lo studio dell'orografia. Non a caso la figura trainante ed emblematica della SAF degli albori era quella di un geografo, Giovanni Marinelli (1846-1900). Grazie a lui si cominciarono a salire le cime più alte, a misurarle, a fugare dubbi e a correggere i madornali errori delle carte topografiche del Regno Lombardo Veneto e dell'IGM. Ma i nuovi occhi erano soprattutto quelli che guardavano attraverso l'obiettivo di una macchina fotografica. Era questo lo strumento che più di tutti aiutò a tracciare la storia di quell'avventura corale che andava sotto il nome di alpinismo. Quelle foto sono arrivate fino a noi e costituiscono oggi uno dei più preziosi archivi fotografici in questo settore: 2409 immagini che vanno dagli anni Settanta del sec. XIX, fino ai Settanta del Novecento. Sono fotografie scattate da dilettanti (Savorgnan di Brazzà, Cantarutti, Tellini, Pico, Ferrucci, Mantica, Camavitto) e da professionisti (Malignani, Sorgato, Brisighelli, gli austriaci Gstiner e Beer). Raffigurano cime di montagne, panorami e fondovalle; paesi dell'Arco alpino orientale ma anche vedute di Udine; vi si documenta la costruzione di strade ferrate, come la Ferrovia Pontebbana, e di ricoveri e rifugi alpini; e poi si incontrano i protagonisti, le prime guide alpine, le portatrici, i partecipanti ai convegni sociali, gli abitanti dei paesi attraversati. Sono fotografie ricche di informazioni per l'alpinista e per lo storico, per l'antropologo e per il curioso. Sono al tempo stesso documenti e immagini cariche di senso estetico e di suggestione.
Le immagini sono state interamente catalogate nel 1993, per un totale di 2424 immagini cosnsultabili nella banca dati SIRPAC. Nel corso del 2006 le schede sono state aggiornate implementandole con immagini digitali e realizzando una nuova descrizione iconografica, maggiormente dettagliata e rispettosa di questo genere fotografico.
Piccinno V., Musei e Collezioni nella Provincia di Udine. Percorsi di Storia e Arte. Museums and Collections in the Udine Province. Itineraries of History and Art, Udine 2010
Bergamini G./ Donazzolo C./ Micelli F., La Società Alpina Friulana e le Alpi friulane, Cinisello Balsamo (MI) 2000