Fondato nel 1963, il Museo friulano di arti e tradizioni popolari, oggi Museo etnografico del Friuli, conserva un imponente patrimonio di beni etnografici, costituito soprattutto dai numerosi lasciti e donazioni di privati, tra i quali emergono per importanza i fondi Gaetano Perusini – Lea D’Orlandi e Luigi e Andreina Ciceri. Nel 2010 il Museo è stato trasferito nel cinquecentesco palazzo Giacomelli, inserito nello storico Borgo Grazzano, al quale all’interno degli spazi museali è dedicata una stanza. Il percorso si articola su tre piani espositivi, offrendo al visitatore non solo informazioni a carattere generale, ma anche approfondimenti tematici grazie alle esposizioni temporanee che periodicamente vengono proposte. La varietà di beni esposti consente di trattare tematiche diverse che vanno dalla cultura ergologica e del mondo contadino alla vita domestica popolare e signorile, dall’artigianato alla scienza, dal costume alla moda, fino alla religiosità popolare, al gioco, alla musica, alle maschere e allo spettacolo.
La prima campagna di catalogazione presso questa istituzione museale è stata effettuata nel 1990, quando gli oggetti erano conservati nella vecchia sede di via Viola, usando la scheda cartacea E - Etnografia. I dati raccolti sono stati quindi informatizzati secondo il nuovo tracciato ministeriale: la scheda BDM – Beni etnoantrolopogici materiali. L'attività si è concentrata su una specifica tipologia di beni, parte di quel patrimonio familiare che ruota attorno alla cucina e al focolare. Di particolare pregio risultano i contenitori in rame, alcuni dei quali risalenti al XVII secolo e provenienti dai cosiddetti magazzini “Metalli alla patria”, istituiti nel 1936 in seguito alle sanzioni economiche causate dalla guerra d’Etiopia. Alcune schede contengono allegati grafici che illustrano il motivo decorativo del contenitore.
A partire dal 2013 si è avviata una nuova collaborazione con il Museo, grazie alla quale è stata effettuata la catalogazione della sezione dedicata alle attività del boscaiolo. In tale occasione è stata approfondita la conoscenza di oltre un centinaio di attrezzi, grazie anche all’apporto di alcune persone che, con esperienze diversificate maturate anche durante l’emigrazione in altri paesi, si sono prestate ad alcune videointerviste, allegate alle schede BDI – Beni demoetnoantropologici immateriali.
Piccinno V., Musei e Collezioni nella Provincia di Udine. Percorsi di Storia e Arte. Museums and Collections in the Udine Province. Itineraries of History and Art, Udine 2010